“Asti, teleriscaldamento ed illuminazione pubblica, chi pagherà?”

Riceviamo e pubblichiamo


Qualche giorno fa, finalmente, è diventata di dominio pubblico la notizia che l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), attraverso la delibera n. 582 dell’8 luglio 2020, ritiene illegittimi gli affidamenti ad Asp dei servizi non compresi nella gara del 2001: nello specifico il Teleriscaldamento e l’Illuminazione pubblica. E di conseguenza è illegittima anche la sub-concessione di tali servizi da Asp ad Aec, società che era stata costituita ad hoc da Asp, Asta (gruppo Gavio) ed Iren. Prima domanda: come mai Iren, nella seconda metà dello scorso luglio e quindi dopo questa delibera Anac, ha acquistato dal Gruppo Gavio anche le quote di Aec, e lo ha fatto dunque sapendo che la società gestisce solo servizi il cui affidamento è stato dichiarato illegittimo?

Per inciso, ci risulta che l’Anac abbia prontamente trasmesso la delibera al Comune di Asti, ad Asp ed a Nos: noi rappresentanti della minoranza però siamo venuti a conoscenza della decisione solo attraverso una ricerca spontanea sul sito dell’Anac, senza nessuna comunicazione da parte dell’Amministrazione Comunale. Ancora una volta, nonostante gli impegni di trasparenza col Consiglio Comunale e la voglia di parlare direttamente con la cittadinanza durante le dirette Facebook, Rasero preferisce che l’opinione pubblica rimanga all’oscuro di quello che succede in Asp. È normale che una parte dei Consiglieri Comunali non sia stata informata di questa vicenda e che ad oggi non sia ancora stato coinvolto il Consiglio Comunale, l’unico organo titolato ad esprimersi al riguardo?
Tra l’altro, che ne sarà della decisione assunta dal Consiglio Comunale in sede di verifica annuale delle aziende partecipate dal momento che è stata data indicazione ad Asp di acquisire Aec, società che ormai non ha più titolo di gestire i servizi affidati?

Polemiche col Sindaco a parte, a preoccuparci sono le ripercussioni che questa decisione avrà anche sul servizio di Illuminazione pubblica. Come detto Anac ha stabilito l’illegittimità dell’affidamento. Rasero dal canto suo ha sempre detto che sulla questione si sarebbe attenuto al parere Anac. Mettendo insieme queste due premesse ci si aspetta dunque che si proceda con una nuova gara per l’affidamento del servizio di Illuminazione pubblica.

Se per il Teleriscaldamento i “danni economici” alla collettività sono derivati dai costi per la progettazione e le spese tecnico/amministrative, per l’Illuminazione pubblica ci si trova di fronte al rischio di dover rifondere un investimento (oltre 4 milioni di euro) ad una società estromessa dell’affidamento (Aec).
Chi pagherà questi costi?
Gli astigiani, poiché il Comune di Asti ha effettuato un affidamento poi dichiarato illegittimo?
Oppure Aec ed i suoi soci, che hanno effettuato un investimento relativo ad un affidamento che non dovevano ricevere?

E le ripercussioni rischiano di manifestarsi anche in maniera indiretta. Iren, che con l’acquisto delle azioni di Asta è divenuta recentemente azionista di maggioranza di Nos, sarà di fatto l’interlocutore principale del Comune di Asti nella stesura dei nuovi patti parasociali di Asp. In tale situazione Iren potrebbe presentarsi forte di un credito di oltre 4 milioni di euro nei confronti del Comune: credito che certamente avrebbe un “peso contrattuale”.
In altre parole, la discussione sui nuovi patti parasociali di Asp rischia di essere condizionata da questa storia, ed il Comune, invece di cercare di ottenere servizi più efficienti ed economici per la città, potrebbe trovarsi nella necessità di fare altre pesanti e sconvenienti concessioni al socio privato in cambio di un accomodamento su Aec. Per il Comune di Asti, dunque, questo “nuovo corso” di Asp targato Iren non sembra iniziare nella maniera più rosea.

A questo punto un fatto a noi appare chiaro. Questa situazione deriva delle scelte fatte dall’Amministrazione Brignolo insieme ai rappresentanti di Nos in Asp dell’epoca. La scelta improvvida di Brignolo sul Teleriscaldamento (e, lasciateci dire, sui patti parasociali che hanno governato Asp nel quinquennio marzo2015/marzo 2020) è già stata bocciata con fermezza dai cittadini astigiani durante le scorse elezioni amministrative in cui ha trionfato Rasero. Perché invece i rappresentanti di Nos in Asp, corresponsabili di quelle scelte disastrose, sono ancora al loro posto?

Ora ci auguriamo che l’Amministrazione Comunale attuale non si trinceri – per l’ennesima volta – dietro le colpe di quella precedente. Rasero, che amministra Asti da più di 3 anni, su Asp ha dimostrato di brancolare nel buio: spaziando dalla volontà di indire una nuova gara alla ricerca di interlocuzione con solo una parte dei soci presenti in Nos, ha contribuito in maniera determinante a creare questa grande confusione.

In tempi brevissimi bisogna che l’Amministrazione Comunale e la “nuova Nos” raggiungano un punto di equilibrio per risolvere il problema senza che Asti sostenga costi diretti – l’esborso degli oltre 4 milioni suddetti da parte del Comune – o indiretti – la firma di patti parasociali altamenti sfavorevoli.
Ciò non può avvenire se al tavolo delle trattative ci sono ancora alcuni degli artefici principali di questi progetti così platealmente bocciati sia dai cittadini che dagli organi di controllo: e soprattutto non può avvenire senza il coinvolgimento diretto del Consiglio Comunale.

Mauro Bosia e Michele Anselmo, gruppo “Uniti si può”

interpellanza Asp Anac