Asti, l’interrogazione della minoranza: “Edilizia popolare, risorse disponibili, acquisizione stabile di Via Allende”

Riceviamo e pubblichiamo.


Negli ultimi decenni con il venire meno della GESCAL è venuto meno un gettito fiscale utile al finanziamento dell’ERP; l’edilizia residenziale pubblica è stata oggetto di alienazioni, vendite, riscatto per più di un ventennio e con la legge 80/2014 si è avuta una cesura di tale utile esperienza, ridotta a essere residuale. La precarizzazione del reddito, la crisi iniziata con il 2008 hanno portato ad affacciarsi a quella che chiamiamo povertà sempre più lavoratori.

In epoche passate, in cui l’ascensore sociale permetteva un miglioramento delle condizioni di reddito, il patrimonio dell’ERP era, seppur fanalino di coda in Europa, in grado di dare una risposta sia alle fasce più deboli della popolazione sia a quelle dei lavoratori.

Secondo l’Istat sono in condizione di povertà assoluta 5 milioni di persone, ovvero 1,8 milioni di famiglie, l’8,3% della popolazione residente. Secondo l’ISTAT, in Italia ci sono 9 milioni di individui in povertà relativa (cioè che guadagnano meno di una soglia stabilita sulla base della media dei guadagni degli italiani).

Un raddoppio in dieci anni di talli livelli di povertà e la crisi dovuta all’emergenza Covid non è ancora del tutto prevedibile negli effetti, ma abbiamo potuto in questi mesi apprendere, dall’osservatorio dell’Assessorato ai Servizi Sociali, di un accesso agli aiuti alimentari erogati dalla nostra città di circa 2000 persone non note ai servizi stessi.

Gli alloggi disponibili in ERP per il prossimo biennio sono stimabili circa in poche unità abitative e sempre più, a fronte di mancanza di alloggi in ERP, si fa ricorso allo strumento del secondo canale costituito dall’agenzia casa, che però ha canoni molto simili a quelli del mercato immobiliare.

Ci chiediamo su questa tematica, come vengano accompagnati nella ricerca di alloggio gli utenti e quale sia l’offferta di alloggi su cui il comune pone una garanzia per i canoni di affitto.

Vi è un enorme patrimonio pubblico e privato inutilizzato (circa 1700 alloggi vuoti e stabili e strutture pubbliche). In città sono avvenuti gesti eclatanti quali le occupazioni di immobili come Via Allende e Via Orfanotrofio, occupazioni oggetto di grande dibattito politico.

Il numero delle assegnazioni di ERP è progressivamente calato e si è fatto residuale a fronte di 647 nuclei presenti nell’attuale graduatoria ATC senza contare i nuclei in emergenza.

Nei mesi scorsi in Via Allende l’ultima famiglia occupante ha abbandonato l’occupazione, tale stabile, già in passato vuoto per dieci anni è tornato ad essere inutilizzato, andando ad aumentare gli stabili e alloggi vuoti e inutilizzati in città.
Su tale stabile vi è stata una richiesta, ancora inevasa, del Patrimonio al demanio militare, su impulso della passata amministrazione, di uno spostamento dei termini entro i quali il Comune può segnalare il suo interesse per il passaggio in disponibilità dell’edificio di via Allende. Che fine ha fatto tale iter? Che cosa intende fare l’Amministrazione Comunale in merito a tali alloggi?

Il Comune di Asti è parte del Progetto Housing First e destinatario di misure di sostegno a progetti personalizzati con l’obiettivo di fornire una risposta abitativa prioritaria. L’approccio è Prima la Casa, quale progettualità si è messa in campo da parte dell’Amministrazione su tale tipologia di progetti?

L’attuale amministrazione ha creato un osservatorio sull’abitare. Quali proposte concrete e quali risultati ha prodotto tale Osservatorio sull’Abitare?

In merito allo stabile di Via Allende (foto fonte labsociale.it), le associazioni per il diritto alla casa hanno a più riprese proposto all’interno del Tavolo (OSSERVATORIO SULL’ABITARE) l’uso dello stabile di Via Allende, per il progetto Housing First e più volte sollecitato l’iter. Cosa ha impedito di portare avanti delibere e di far progredire l’iter di acquisizione?
Ci chiediamo dopo anni se ci sia la volontà di acquisire quei sei alloggi.
Nell’interrogazione come minoranza chiediamo i dati relativi alle famiglie in emergenza abitativa e se vi sia una previsione per l’inverno prossimo quando cesserà la moratoria degli sfratti, ricordiamo i dati drammatici della nostra città negli ultimi anni.

Si interroga l’amministrazione per sapere come si intendano recuperare alloggi di ERP dagli alloggi esistenti? Si chiede se vi siano alloggi di patrimonio dell’ATC in attesa di assegnazione o liberi, in quanto oggetto di interventi di manutenzione/ristrutturazione e lo stato delle cose rispetto al Cantiere di Via Ungaretti. Inoltre si chiede se vi sia una progettualità e visione rispetto al recupero di edifici pubblici e sul facilitare la messa a disposizione di alloggi a canoni popolari nel patrimonio privato inutilizzato.

In che modo il Comune intende contrastare l’aumento degli sfratti e un nuovo affacciarsi di tale problematica alla fine dell’emergenza Covid e alla fine della moratoria degli sfratti prevista a fine 2020?

Ci sono politiche che mirano a recuperare alloggi dalla decadenza e revoca di assegnazioni per il superamento del reddito di permanenza e limiti di accesso? Il Comune ha previsto la possibilità di cambi alloggio accompagnati da parte dell’amministrazione per poter ottimizzare l’offerta di alloggi?

Apprendiamo da un’interrogazione in Regione che l’ATC è creditrice di un milione di euro del Comune di ASTI e chiediamo come si intenda affrontare la tematica del mancato introito dell’ATC e quindi di minori risorse dell’ente.
Un’altra preoccupazione è lo stato degli immobili di edilizia residenziale pubblica, chiediamo al Comune un impegno per un maggiore interesse rispetto ad intere aree sempre più degradate.

Infine ci interessa sapere quali proposte innovative saranno messe in campo dall’Istituzione Comune di Asti per contrastare la crescita della povertà, intendiamo per proposte quelle delle politiche sociali istituzionali e non delegate al volontariato.

Inoltre proponiamo all’Amministrazione due esperienze :

·quella del Regolamento per l’acquisizione al patrimonio comunale, la riqualificazione e il riuso, anche attraverso la concessione a terzi, di beni in stato di abbandono nel territorio comunale, sulla falsariga di quanto già in atto all’interno del Comune marchigiano di Terre Roveresche, su ispirazione del Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena (che trovate in allegato).

·E il REGOLAMENTO SULLA COLLABORAZIONE TRA CITTADINI E AMMINISTRAZIONI PER LA CURA, LA RIGENERAZIONE E LA GESTIONE CONDIVISA DEI BENI COMUNI URBANI anche per migliorare la vivibilità, il riutilizzo e la gestione del patrimonio abitativo già proposto ad Asti in convegni e proposto da Labsus (Laboratorio per la sussidiarietà) a livello nazionale

I Consiglieri Comunali
Mario Malandrone (Ambiente Asti)
Mauro Bosia (Uniti si può)
Michele Anselmo (Uniti si può)
Angela Quaglia (CambiAMO Asti)
Maria Felisi (Partito Democratico)
Luciano Sutera(Partito Democratico)
Giuseppe Dolce (Partito Democratico)
Massimo Cerruti (Movimento 5 stelle)
Giorgio Spata (Movimento 5 stelle)
Davide Giargia (Movimento 5 stelle)
Martina Veneto (Movimento 5 stelle)

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