Lettere al direttore

Angela Quaglia sulla bufera politica dei bonus da 600 euro: “Credo che un’operazione “trasparenza” farebbe bene a tutti”

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Riceviamo e pubblichiamo


Sta scatenando una vera e propria bufera politica la notizia che alcuni parlamentari abbiano chiesto e ottenuto il bonus da 600 euro per le partite IVA, nonostante i lauti stipendi percepiti regolarmente durante il periodo del lockdown. Sembra inoltre che la medesima richiesta sia stata avanzata da migliaia di amministratori locali.
Ne va della credibilità di tutta la classe politica, anche locale.

Conosco bene la differenza tra un parlamentare ed un amministratore locale, quindi sono io la prima a dire che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio.
Ci sono amministratori di piccoli comuni che svolgono il loro compito praticamente a costo zero per la comunità; così come gli amministratori delle Province che, da quando questi enti sono diventati organismi con elezione di secondo grado, non percepiscono neppure un centesimo.
E poi ci sono i consiglieri comunali che, per le riunioni a cui partecipano, percepiscono un gettone praticamente simbolico.

Ma ci sono anche i Sindaci e gli assessori dei comuni capoluogo i quali, invece, sono indennizzati con emolumenti che, se non arricchiscono, di certo hanno una loro dignità. Ciò è tanto più vero per governatori, assessori e consiglieri regionali, più che generosamente retribuiti. Allo stesso modo, ci sono persone che nel tempo hanno ricevuto dagli enti incarichi remunerati. Alcuni di questi, in quanto partite IVA, avevano probabilmente diritto a richiedere il bonus, da un punto di vista strettamente legale.

Per questo, credo che un’ operazione “trasparenza” farebbe bene a tutti: ai cittadini, per riguadagnare fiducia nei propri rappresentanti; agli amministratori, per guardare a viso aperto i cittadini sapendo di essersi comportati in modo etico – una questione diversa dalla stretta legalità, ma altrettanto importante.
Chiedo a tutti di partecipare a questa “operazione trasparenza”.
Comincio io.
Non ho chiesto nulla, né avrei potuto, essendo un’insegnante in pensione. E, in tutta sincerità, non avrei chiesto nulla nemmeno se ne avessi avuto l’opportunità: credo che, nei momenti difficili, sia una questione di elementare senso civico non togliere risorse a chi ne ha più bisogno.

Angela Quaglia

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