Villanova d’Asti ritrova un testo del 1780: gli Statuti del Gioco del Tavolazzo

Grazie ad una ricerca del poeta Max Ponte  

Un documento importantissimo per la storia di Villanova d’Asti è ritornato alla luce grazie ad una ricerca del poeta Max Ponte. Si tratta di un libretto di 12 pagine datato 1780 e impresso dalla Stamperia Reale di Torino, ritornato alla luce dopo tanto tempo, contenente gli Statuti del Gioco del Tavolazzo calato nella realtà di Villanova. Nel testo viene spiegato il regolamento d’allora del gioco dell’Archibugio, di cui ci sono tracce nel regno sabaudo fin dal 1400, di cui resta memoria storica nella vicina Poirino. Ma, evidentemente, anche a Villanova d’Asti era un gioco tipico.

“Un raro, se non unico, esemplare che descrive un gioco calato nella realtà villanovese, – spiega Max Ponte – una sorta di tiro a segno con l’archibugio, rudimentale fucile dell’epoca. L’evento avveniva per beneficenza a favore della Cappella della Vergine della Neve (sita probabilmente in San Martino) e con un montepremi per i migliori tiratori.”

Ma come funzionava il gioco?

“Gli archibugieri – ci spiega Ponte – pagavano 20 soldi per sparare 3 colpi, dovevano avere ovviamente una buona mira (non usare cannocchiali e neanche sostegni nonostante il peso dell’arma), e il colpo che segnava l’obiettivo di legno veniva contrassegnato usando una “caviglia”, cioè una specie di chiodo, col nome del tiratore. Si tirava alla distanza di 38 trabucchi e mezzo, una distanza non da poco corrispondente a 118 metri e mezzo. A Villanova la disciplina esisteva probabilmente già dal secolo prima, il libro ci dice che “con Regie Patenti delli 3 agosto 1736” era stato già accordato il permesso di riprendere “l’esercizio (…) dell’Archibuso”.”

Questo importante ritrovamento va a riscrivere una parte della storia del Comune capitale del Pianalto Astigiano.

“Il libro è stato ritrovato – prosegue lo scrittore  – presso un antiquario piemontese e acquistato per riportarlo a Villanova. Dimostra che il nostro paese aveva ottenuto un riconoscimento da Vittorio Amedeo III per tenere questa manifestazione in paese per 15 giorni. Il testo rivela l’esistenza di una compagnia dedicata e di un rettore. E ci pone accanto a tutte quelle città come Poirino in cui questo gioco si è tenuto aprendo un capitolo nuovo della storia locale. Si potrebbe pensare ad un incontro sul libro e ad una rievocazione storica. Una copia anastatica verrà donata alla Biblioteca Comunale”.

 

gioco del tavolazzo