Unioncamere Piemonte: “Il tessuto imprenditoriale piemontese resiste, con forza e caparbietà”

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In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nel secondo trimestre del 2020 siano nate 3.995 aziende in Piemonte, a fronte di 2.493 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio). Il saldo è risultato positivo per 1.502 unità.

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine giugno 2020 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 426.047 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,0% delle imprese nazionali.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del +0,35%, leggermente inferiore rispetto a quanto registrato in Piemonte nel II trimestre del 2019 (+0,40%) e analogo rispetto alla dinamica evidenziata dal tessuto complessivo nazionale nel periodo aprile-giugno 2020 (+0,33%)

“Il tessuto imprenditoriale piemontese resiste, con forza e caparbietà. L’emergenza da Covid-19 ha rallentato e ridefinito le attività dei nostri imprenditori, ma non sembra aver cancellato la voglia di fare impresa. Il tasso di natimortalità delle imprese piemontesi è leggermente positivo, in linea con il risultato nazionale: tra tutti i settori, spiccano quello del turismo e delle costruzioni. Il nostro sistema, composto per lo più da una fitta rete di piccole e medie imprese, ha però bisogno di nuova linfa per evitare brusche cadute improvvise, soprattutto verso la chiusura dell’anno. Dobbiamo evitare che cresca la disoccupazione e soprattutto il timore verso il futuro. Dobbiamo aiutare le imprese in modo strutturato, al di là della pandemia” afferma Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.

Guardando al tessuto imprenditoriale piemontese in base alla forma giuridica emerge come nel II trimestre 2020 le ditte individuali rappresentino ancora oltre la metà (56,2%) delle aziende. Le società di persone incidono per il 22,3%, le imprese con la forma di società di capitale salgono al 19,1%, mentre resta residuale il peso delle altre forme 2,3%.

Il tasso di crescita nel periodo aprile-giugno 2020 risulta debolmente negativo per le sole società di persone (-0,07%). Con il segno più il risultato delle ditte individuali (+0,46%) e delle altre forme (+0,42%). Come nei trimestri precedenti la performance migliore spetta nuovamente alle società di capitale (+0,55%).

A livello settoriale, il primo comparto per numerosità resta quello degli altri servizi (29,2%), seguito dal commercio (22,8%) e dalle costruzioni (14,8%). L’agricoltura pesa il 12,0%, mentre circa un’impresa su dieci appartiene all’industria in senso stretto. Le imprese del turismo costituiscono, infine, il 7,1% del tessuto imprenditoriale regionale.

Valutando i tassi annuali di variazione percentuale dello stock delle imprese registrate per settori di attività economica, si osserva come ad eccezione dell’industria manifatturiera che registra un tasso lievemente negativo -0,04%, gli altri settori mostrino, nonostante le difficoltà che hanno caratterizzato il periodo in esame, dati seppur solo debolmente positivi.

Al di sotto della media complessiva piemontese si collocano l’agricoltura (+0,17%) e il commercio (+0,27%). Gli altri servizi evidenziano un tasso di variazione dello stock pari al +0,63%, di poco superati dalle costruzioni (+0,68%). Conserva, ancora per questo trimestre, il risultato migliore il settore del turismo (+0,94%).

A livello territoriale si evidenziano deboli variazioni positive per tutte le province. Il dato migliore appartiene al capoluogo regionale, che segna un tasso di crescita del +0,44%, seguito da Novara con un +0,41%. Poco al di sotto della media piemontesi si colloca Vercelli con un +0,30%. Asti registra un tasso del +0,27%, seguita a poca distanza da Biella e Cuneo, entrambe con un +0,26%. I dati più piatti si riscontrano a Verbania (+0,20%) ed Alessandria (+0,16%).

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