Lettere al direttore

Un ‘semplice’ cittadino risponde a Coppo: “La questione del sottopasso è stata presa da qualcuno con serietà, da qualcun altro meno”

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Riceviamo e pubblichiamo


Gentile Direttore,
sono un comune cittadino cresciuto nella città di Asti e mi farebbe piacere se decidesse di dare spazio a questa mia sulla vostra testata in quanto risposta diretta alla lettera pubblicata in data 7 luglio 2020 e firmata dal vicesindaco Marcello Coppo. In quanto cittadino comune non sono legittimato o incaricato né rappresento alcuno eccetto il mio personale e modesto pensiero quindi comprenderò se deciderete di non pubblicarla, non senza rammarico.

Vado subito al sodo: il vicesindaco Coppo si dice stupito dell’interesse suscitato dalle sue uscite giornalistiche in quanto, a suo dire, esse sono rare. Se il tenore delle uscite e il numero di amenità è pari a quello dell’ultima lettera mi chiedo se ciò non sia un bene; Coppo si dispiace per il livore con il quale ci si è scagliati contro l’associazione Sole che sorgi in quanto, a sua detta, considerata fascista. A questo punto, al netto del fatto che l’apologia di fascismo è reato e che santificare i protagonisti del fascismo (commemorando date, pellegrinando nei luoghi, ecc.) è un’apologia, lascerei dirimere eventuali controversie a chi è preposto a farlo. Il problema qua mi sembra diverso, si contesta l’operato del Sindaco e della Giunta circa l’opportunità o meno di affidare i lavori ad associazioni i cui statuti esprimono ideali in netto contrasto tra di loro. Se non si comprende questo è un problema grave, per ogni amministratore di qualsivoglia comunità. Non so e non mi interessa se il vice sindaco Coppo sia fascista, in fondo non lo conosco personalmente e non mi permetterei di giudicarlo ma onestamente penso che a ogni astigiano non preoccupi l’eventuale Coppo fascista quanto più il Coppo vicesindaco, soprattutto dopo aver letto la lettera cui sto facendo riferimento.

Sempre Coppo decide poi di addentrarsi nell’esegesi del motto “Dio, Patria e Famiglia” che lo stesso Coppo attribuisce a Mazzini, a suo dire padre della sinistra italiana.
Comprendo che esigenze di spazio impongano facili semplificazioni, ma definire Mazzini uno dei padri della sinistra italiana è più banale inesattezza che mancanza di garbo verso ad esempio Gramsci, Togliatti, Carlo e Nello Rosselli e altri. Se vogliamo parlare di coevi di Mazzini: Pisacane, Cattaneo e Giuseppe Ferrari, per citarne alcuni che a differenza di Mazzini non avevano deliberatamente tentato di sconfessare le ideologie socialiste e libertarie. Insomma Coppo, nella fretta, ha preso un grosso abbaglio: Mazzini era un repubblicano antagonista della monarchia e sostenitori di quegli stessi ideali riportati da Coppo che in un paese libero e moderno possono anche non interessare.

Dio è concetto caro ai cattolici, la libertà di adorarlo deve essere tutelata ma Coppo e come lui tante “camicie tricolori” si devono convincere che esiste gente (come chi scrive) a cui di Dio non interessa all’infuori del mero dato storico e sociale, esattamente come Allah, Yahweh, Buddha e tante divinità pagane. Per tanta gente e tanti italiani la Famiglia è una comunità fondata sull’amore dei genitori verso i figli: se mi si obietta che due omosessuali non possono fare figli e che pertanto senza regolare accoppiamento non può essere famiglia, rispondo che conosco personalmente famiglie eterosessuali fertili che hanno abusato di violenza verso la prole, in questo caso i figli sono presenti, è l’amore a mancare. Che famiglie sono queste? Mi piacerebbe avere opinioni in merito. Il mio pensiero è troppo banale o elementare? Io direi di sì, ma le continue aggressioni perpetrate a esseri umani e le parole della lettera di Coppo mi fanno pensare che è dall’elementarità che dobbiamo ripartire. Sulla Patria non mi esprimo perché, fra tutti, mi sembra il concetto più superfluo e anacronistico. Non voglio mancare di rispetto a nessun patriota del nuovo millennio, semplicemente ritengo che l’attenzione possa spostarsi altrove, su concetti più complessi; a differenza di Mazzini (e forse di Coppo) sono cresciuto in un mondo più ampio nel quale c’è chi “si sbatte” (ben più di me) per sostenere che non ci sono confini nella fratellanza umana: in una piccola città di provincia come in mezzo al mare. A ognuno le sue riflessioni.

In maniera sintetica mi lancio in due considerazioni:
– il tricolore non offende nessuno, al massimo la strumentalizzazione. In fondo sono tre colori che l’arcobaleno contiene, assieme a tutti gli altri.
– il matrimonio vive di una semantica antica e storicamente connotata ( dal latino si potrebbe tradurre come il dovere della madre alla procreazione). Davvero siamo ancora a questo punto?

In fondo tutto procedeva in maniera quasi liscia fino a quando non ho letto che Coppo si definisce “cattolico peccatore con approccio laico”… Cosa significa? Anche questa definizione è presente nell’ordinamento giuridico da lui citato?
Contrariamente a quanto sostenuto il fascismo non è morto nel 1945, in tale data si è posto fine al partito fascista italiano come conosciuto dal 1921. Da allora la lotta affinché quelle idee possano proliferare è sempre stata appannaggio delle persone cum grano salis. Il fatto di distogliere l’attenzione su un problema, quello dei diritti, a vantaggio di problemi altrettanto importanti per la comunità astigiana, come quello economico, fa male alla comunità stessa e, in seconda battuta, al gradimento elettorale: per conferme in tal senso chiedere a Salvini e Lega. Coppo mi sembra troppo cauto e rodato per commettere simili errori.

Da astigiano mi auguro che l’operato della giunta di cui fa parte sia più utile e coerente di simili lettere. La questione del sottopasso è stata presa da qualcuno con serietà, da qualcun altro meno. Speriamo si possa trovare una soluzione utile, meno grottesca e mutuata dal migliore Ionesco.
Immagino che nelle sedi opportune si stiano attivando in maniera istituzionale per chiedere opportuni chiarimenti, io sono un semplice cittadino e mi resta solo la parola scritta e magari pubblicata.

Grazie dello spazio che vorrete dedicarmi.
Cordiali Saluti
Jacopo Perosino (cittadino)

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