Riapertura asili nido, Anselmo (Uniti si può): “E’ questo il sostegno alle famiglie sbandierato dal centro destra?”

Prosegue il dibattito sui nidi comunali astigiani.
Di seguito pubblichiamo le nuove riflessioni di “Uniti si Può”.

Abbiamo appreso che un campione di astigiani ha attribuito un indice di gradimento del Sindaco pari al 62%. Probabilmente nel campione non facevano parte famiglie i cui bambini hanno usufruito degli Asili Nido.
L’emergenza COVID ha determinato, il 24 febbraio u.s., la giusta chiusura dei nidi; di conseguenza, le famiglie hanno dovuto sopperire alla mancanza di un servizio ricorrendo, secondo le proprie possibilità, a baby sitter, aiuto parentale e quant’altro in relazione alle condizioni di lavoro delle famiglie stesse.
Alla chiusura dei Nidi il Comune non ha mai chiarito come sarebbero stati regolati i costi sostenuti e anticipati dalle famiglie. Solo il 16 giugno u.s. la Giunta con Delibera ha definito generici indirizzi per la riapertura dei Nidi.
E’ noto che l’offerta dei Servizi Sociali, così come quella dei Servizi Sanitari, non segue la regola generale dell’economia: “la domanda genera l’offerta”. Per la sanità, i servizi sociali, così come il trasporto pubblico avviene esattamente il contrario: una buona offerta di servizi genera la domanda.
Se le linee di trasporto sono ridotte, con frequenza di passaggio lunga, scarsa puntualità ecc. è del tutto evidente che la domanda dei cittadini sarà minima. Comodo per gli Amministratori asserire che gli astigiani non si servono dei mezzi pubblici. Peccato che in altri tempi e a fronte di un trasporto pubblico dignitoso, il numero degli utenti fosse ben più alto. Se i tempi di attesa per una visita specialistica sono spropositati, i cittadini cercheranno un’altra struttura sanitaria più consona alle proprie esigenze ed urgenze. Quindi nei Servizi è l’offerta che genera la domanda!

Per i Nidi è accaduta la stessa cosa. A fronte di un’offerta limitata, se non risibile, solo 13 bambini hanno aderito all’unico Nido riaperto. L’Amministrazione comunale è stata bravissima a deprimere l’offerta riducendo al minimo le richieste di adesione. Operazione da manuale: vuoi ridurre la domanda di un servizio sociale ? Deprimi l’offerta proponendo un servizio non altezza dei bisogni, e che i cittadini si arrangino! Nella fattispecie la proposta deprimente è stata questa:

– L’apertura per tre settimane dal 13/7 al 31/7 e per un massimo di 30 bambini;
– Adesioni aperte dal 23/6 al 29/6;
– L’obbligo per le famiglie di accedere a tutte e tre le settimane senza altre opzioni (es. se una famiglia era fuori Asti nell’ultima settimana di luglio non avrebbe potuto iscrivere i bambini nelle prime due settimane);
– Un solo nido aperto: Il Gabbiano, quello più infelice come spazio all’aperto;
– Un’offerta giornaliera a par time: i bambini dovevano essere ritirati alle 13,30 determinando quindi un problema per le famiglie;
– Infine “se Comune non vede soldi non dare cammello” le famiglie pur in credito, in considerazione degli anticipi erogati senza servizio, dovranno pagare entro il 7/7 la quota corrispondente alle tre settimane.

E’ questo il sostegno alle famiglie sbandierato dal centro destra? E’ questo il sostegno alle giovani coppie e alle famiglie sulla natalità? I Nidi di Asti hanno una grande tradizione alle spalle, progetti educativi all’avanguardia, professioniste bravissime. In questo frangente solo Sindaco e Giunta non sono stati all’altezza di un fiore all’occhiello di Asti.