Okinawa, le celebrazioni a 75 anni dalla battaglia

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Una battaglia di grande valenza storica che si tenne nell’omonima isola del Giappone durante la II Guerra Mondiale e che divenne determinante per le sorti del conflitto. Era il 23 giugno 1945 quando, dopo quasi tre mesi di combattimenti piuttosto cruenti, le forze statunitensi riuscirono a conquistare l’arcipelago. In quella battaglia persero la vita oltre 90mila soldati, tra giapponesi e statunitensi, e circa 150mila civili abitanti proprio di Okinawa.

Di recente, in occasione della celebrazione dei 75 anni di quella battaglia, i vescovi del Giappone hanno voluto lanciare messaggi piuttosto eloquenti per tracciare una netta linea di demarcazione con quel passato. Un messaggio che si sposa anche con un appello lanciato Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Giapponese e riferito alla necessità di abolire l’energia nucleare.

Perché nel concreto la battaglia di Okinawa è legata anche agli eventi successivi della II Guerra Mondiale, quelli che spinsero gli Usa a far ricorso alla bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki per chiudere definitivamente il conflitto mondiale.

Una rottura con il passato

Rompere quindi con il passato in un momento nel quale il mondo intero vive una situazione di incertezza e di minaccia; ecco che abbandonare l’energia nucleare potrebbe essere un qualcosa di auspicabile.

Da quella battaglia del 1945 ne è passato di acqua sotto ai ponti: basti pensare che oggi l’arcipelago è un luogo a grande densità turistica e le isole di Okinawa, nel sud del Giappone sono tra le più visitate.

Un fascino dettato dalla bellezza dei luoghi ma anche dalla storia, proprio quella battaglia cruciale che viene ancora oggi studiata su tutti i libri e che dettò le sorti per la fine del conflitto mondiale. Nell’isola di Okinawa sono ancora presenti una trentina circa di basi militare Usa, malgrado il fatto che il Giappone riprese il controllo dell’arcipelago nel 1972, anni dopo la fine della guerra.

L’arcipelago di Okinawa, meta turistica

Un segno evidente del cambiamento che si è registrato a livello storico: uno dei luoghi dove si tenne la battaglia più sanguinosa della seconda guerra mondiale, esattamente 75 anni fa, è oggi una meta turistica estremamente ambita.

Qui la natura cresce rigogliosa, quasi a voler sottolineare di non volerne sapere nulla di tutto ciò che è stato in passato. Un desiderio di non rivivere quelle esperienze che si riflette proprio nel messaggio lanciato pochi giorni fa dai vescovi del Giappone, in occasione dei 75 anni della battaglia di Okinawa, e dalla Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Giapponese, affinchè quello del nucleare resti solo un brutto ricordo, un episodio da non rivivere mai più.

 

 

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