Lettere al direttore

Marcello Coppo: “I nostalgici del Pride…”

Riceviamo e pubblichiamo.


“Egr. Direttore,
Ho preso visione della gentile interrogazione vertente su una mia frase riportata da un periodico locale.
Innanzitutto ringrazio per l’attenzione delle minoranze per le mie uscite giornalistiche, siccome non sono molte.
La mia frase è parte di un discorso molto più complesso di cui comunque era il riassunto.

In primis mi dispiace per il plotone di esecuzione che sta facendo fuoco nei confronti di una associazione (Sole che Sorgi) creata da persone rispettabili, stimate e miti. Persone che penso alcuni di voi conoscano direttamente e con cui penso abbiate, almeno alcuni di voi, già parlato e colloquiato senza alcun problema. Persone che lavorano o che, dopo una vita di lavoro, sono oggi in pensione. Stiamo parlando di professionisti, commercianti, lavoratori dipendenti, imprenditori.

Non mi sembra ci siano politici ma posso sempre sbagliare perché, diversamente da quanto alcuni insinuano, non ho rapporti con tale associazione di tipo politico o associativo, anche se non nego che, dopo questa violenza nei loro confronti, mi sta venendo voglia di chiedere la tessera dell’associazione. Una associazione storico-culturale che, solo perchè non è allineata al pensiero comunista-pride-gender dominante, secondo chi le spara addosso, non può neanche parlare. Deve stare in silenzio, nelle fogne e, se osa proporre un progetto, va derattizzata, vilipesa, appesa a testa in giù sulla pubblica piazza perché definita fascista. Serve infatti a questi benpensanti l’esistenza del pericolo fascista, è un argomento che viene comodo per riempire il tempo e trovare motivazioni, un po’ come la frase “chissà che tempo fa domani?”.

Nel concreto però, si cerca di appendere anche me a testa in giù, oltretutto per gli stessi motivi: sarei fascista. Mi dispiace però dire che io fascista non sono e l’unico fascismo che ho visto e subito nella mia vita, l’ho visto da sinistra quando per loro non si può parlare, non si può discutere, non si può nemmeno esistere solo perchè non di sinistra. Mentre per me non è un problema se qualcuno di sinistra parla, non capisco perchè per la sinistra è un problema se parlo io, forse per il ritornello “la verità ti fa male lo so”.
Nello specifico, vorrei ricordare che “Dio, Patria e Famiglia” è stato coniato da Mazzini, padre della sinistra italiana.

Ancora più nel dettaglio vorrei spiegare le ulteriori mie parole: “ancora come si deve” e rispettivamente:
Dio: il riconoscere che la nostra civiltà, compreso il rispetto e il riconoscimento dei diritti civili, intesi come diritti naturali, deriva dalle origini culturali giudaico-cristiane e dall’umanesimo, dal fatto che Dio si è fatto uomo. Il rispetto per la religione, qualunque essa sia, è fondamentale ma non si può non fare una scelta quando una religione impone dogmi incompatibili con i nostri cardini giuridici come l’uguaglianza tra uomo e donna, come libertà di pensiero, come libertà personale e di espressione, questo deriva dai principi umanistici. Il mio approccio è laico e per me uno può credere o non credere ma non può permettersi di ridicolizzare chi crede in Dio e, contemporaneamente, rispetta le nostre leggi e accoglie i principi del nostro ordinamento giuridico.

Da cattolico peccatore, spero quindi di essere perdonato per questo mio laicismo non così conforme alle parole del Santo Papa Giovanni Paolo II, che nel 2000 in merito al World Pride, ha dichiarato :”Un accenno – ha esordito Wojtyla affacciandosi alla finestra del suo studio privato per la tradizionale recita domenicale – ritengo di dover fare alle ben note manifestazioni che a Roma si sono svolte nei giorni scorsi. A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l’affronto recato al grande Giubileo dell’anno 2000 e per l’offesa recata ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore di tutti i cattolici del mondo”.

Oppure al pensiero espresso da una grande personalità astigiana che è il Cardinale Angelo Sodano che affermò sempre nel 2000 “la Chiesa dirà sempre ciò che è bene e ciò che è male. Nessuno può pretendere che la Chiesa consideri giusta una cosa che è ingiusta secondo la legge naturale e la legge evangelica”. A differenza di chi mi accusa di fascismo, io discuto del merito e non di dove uno è posizionato politicamente. Che mi si perdoni se esercito il mio libero arbitrio.

Patria: la bandiera italiana, rappresenta l’Italia, tutta l’Italia. Una nazione dove una persona deve poter dire cosa pensa. L’Italia è un patrimonio culturale, morale e sociale, prima ancora che anagrafico. Questo patrimonio è stato costruito da persone nel corso della storia ed è quello che viene celebrato e tutelato dalle istituzioni. Non è pensabile che la presenza della bandiera italiana offenda qualcuno e men che meno chi dice di portare avanti diritti civili. Certo però è che, se le idee sono immigrazione selvaggia, annullamento dei valori nazionali e patriottici, azzeramento della tradizione, allora le cose cominciano a tornare.

Famiglia: il matrimonio è l’unione tra uomo e donna al fine di potenzialmente generare figli e figlie. A questa cellula sociale la Costituzione ha dato valore e autonomia. Chiamare matrimonio un’altra cosa è semanticamente errato. Affermare questa certezza non vuol dire che non si possa prevedere di venir incontro ad altre formazioni sociali. Il matrimonio però è un’altra cosa.

Da quanto ho appreso, l’Asti Pride ha una diversa opinione di queste tre simbologie e per me, quelle “come si deve” sono quelle sopra e non le seguenti:
Dio: le scritte e le vignette apparse in diverse manifestazioni in tutta Italia a cui non si differenzia l’Asti Pride non lasciano molti dubbi sull’opinione che hanno di chi crede. Esempi di Asti del 2019:

asti pride 2019

asti pride 2019

Patria: non pervenuta in quanto coerentemente per l’Asti Pride non è un valore. Io la penso diversamente ma non per questo riconosco la coerenza del movimento Pride che è internazionalista e che quindi non vede le nazioni come una cosa positiva. Sul tema si può richiamare: “Ius Soli, migranti e rifugiati. Chiediamo la riforma della politica applicata in merito ai rifugiati e in particolare l’abrogazione del Decreto Sicurezza approvato dal governo Conte che sta complicando il procedimento per ottenere la cittadinanza. Stiamo già vivendo gli effetti negativi dello smantellamento progressivo del sistema di accoglienza e integrazione”

Famiglia: I pride ritengono che (copio dal manifesto di Torino Pride comune a tutto il Piemonte): “Matrimonio egualitario: Chiediamo che le coppie costituite da persone dello stesso sesso abbiano uguale dignità e i medesimi diritti assicurati alle coppie eterosessuali.

La legge italiana favorisce, di fatto, un principio antidemocratico e discriminatorio, non garantendo alle coppie omosessuali l’accesso al matrimonio: chiediamo parità di diritti anche su questo piano, parità ormai tutelata in molti paesi d’Europa e non solo.” oppure “Poliamore. Chiediamo il riconoscimento e la tutela sul piano giuridico delle forme di convivenza e relazione poliamorosa, che rappresentano una realtà esistente nel seno della comunità LGBTQI e non solo. Tale riconoscimento deve mirare sia a garantire l’esercizio di diritti civili da parte dei componenti delle stabili relazioni poliamorose nei confronti dei/lle partner, sia la loro piena dignità sociale quali forme di solidarietà e affetto di tipo familiare.”
Ovvio che io la penso diversamente.

asti pride 2019

Visto che è stato chiesto al Sindaco come la penso io in merito a “Dio, Patria e Famiglia” e se questi miei pensieri sono compatibili con la linea politica dell’attuale amministrazione, alla prima domanda penso sia educato che risponda io, sulla seconda domanda, la risposta sulla eventuale condivisione la lascio a chi è rivolta, anche perchè a Maurizio Rasero nessuno impone niente, non è proprio il tipo e le decisioni le prende se è convinto.

Aggiungo però che questa amministrazione sta lavorando per rilanciare Asti e il luogo per le discussioni sui massimi sistemi è il Parlamento, al netto di eventuali ordini del giorno. La mia ultima e triste considerazione è che oggi mi sembrano più reali le grida di dolore delle partite iva e del mondo del lavoro (etero e omo, etc) che non quelle di un gruppo di attivisti che, cercando visibilità, sfrutta le vecchie discriminazioni, non più presenti, per legittimare immigrazione clandestina e ius soli con condimenti di utero in affitto, parlando pure di diritti e dignità e urlando a un fascismo che è morto nel 1945. Mi sembrano un po’ nostalgici.

A me interessa invece la singola opinione su Famiglia, utero in affitto, poliamore, ius soli, migranti, adozioni delle singole formazioni che compongono la minoranza. Quella sì che interessa almeno sarà stimolante vedere se, oltre alla polemica sul fantasma del fascismo, si può sapere effettivamente qual’è la Vostra idea su dei temi attuali.”

Marcello Coppo
Fratelli d’Italia Asti