La Valle Belbo e l’intera Provincia di Asti si mobilitano per la questione sanità a Nizza

È un bell’esempio di sinergia, slancio collettivo e fronte comune quello che arriva dai paesi della Valle Belbo, che hanno saputo dimostrare come, in tempo di emergenza, l’unità e la determinazione siano fondamentali per portare al conseguimento di risultati concreti. Il tema caldo resta il solito, quello sanitario, legato alla riapertura del Punto di primo intervento di Nizza Monferrato e al completamento del nuovo presidio ospedaliero, in costruzione in regione Boidi.

Era lo scorso 21 marzo quando il Santo Spirito veniva chiuso, lasciando di fatto tutta la zona del Sud della Provincia di Asti priva di un pronto soccorso nelle immediate vicinanze. La motivazione era tanto cogente quanto lapidaria: a determinare la sospensione del servizio era “lo stato emergenziale e l’esigenza di proseguire a riorganizzare il sistema di offerta e di liberare professionisti medici per garantire le terapie COVID”. Da quel momento, per volontà della politica locale, non sono mancati i passi in avanti e ora si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel.

Siamo estremamente soddisfatti della battaglia che abbiamo portato avanti in questi mesi e che sta per dare i suoi frutti” esordisce speranzoso il sindaco di Nizza, Simone Nosenzo. “Abbiamo constatato come tutti i sindaci della zona abbiano recepito con tempestività e prontezza l’importanza di un argomento fondamentale per il futuro della Valle Belbo”. L’ordine del giorno a tema sanitario elaborato nelle scorse settimane nel consiglio comunale di Nizza, e di nuovo recentemente oggetto di confronto, è stato fatto pervenire a tutti i sindaci dei comuni della Provincia di Asti con una popolazione superiore ai 3000 abitanti e a tutti i presidenti delle Unioni Collinari.

“Da tutti, a iniziare da Canelli, abbiamo ricevuto sostegno morale e riscontri positivi ed è stato approvato anche in Provincia” assicura Nosenzo. Ora è venuto il momento di passare dalle parole ai fatti. Giovedì scorso c’è stato un sopralluogo dei rappresentanti dell’ASL di Asti presso il Santo Spirito. Per garantire la riapertura del punto in totale sicurezza saranno organizzati due percorsi separati per i pazienti in entrata, uno per chi non è caso sospetto Covid e per chi supera il pre-triage, l’altro per i potenziali positivi, che saranno subito sottoposti a tampone (le analisi avverranno ad Asti, ma le tempistiche sono contenute e in due ore si potranno già avere i risultati). Martedì prossimo grazie alla cooperazione con il Gruppo Alpini saranno montate le tende, mentre già in questi giorni si sta procedendo all’assunzione di sei nuovi medici, indispensabili per far sì che l’ospedale torni operativo h12.

“Si tratta di un primo step che accogliamo favorevolmente, ma il nostro auspicio è che torni a funzionare h24. Sottolineo inoltre ancora una volta la potenzialità insita nei lavori in fieri del nuovo presidio ospedaliero: con gli opportuni ragionamenti e nell’ottica di una rideterminazione ospedaliera generale la nuova struttura potrà diventare un polo centrale per la sanità astigiana e affiancarsi al Cardinal Massaia, nell’eventualità non così remota di un nuovo stato di emergenza sanitaria” aggiunge in conclusione Nosenzo.

A intervenire in merito è stato negli scorsi giorni anche il sindaco di Calamandrana, Fabio Isnardi, che ha spostato l’attenzione sul servizio di radiodiagnostica per la prevenzione del tumore al seno, dichiarandosi disponibile a lanciare una campagna di sottoscrizione pubblica per poter dotare l’ospedale di Nizza di un nuovo strumento mammografico, visto che nessuno al momento nessuno si sta occupando della sostituzione di quello guasto. Dalle parole di Isnardi trapela anche la preoccupazione di un possibile “declassamento” dell’ospedale in una casa della salute, il che comporterebbe per tutti notevoli disagi legati alle modalità di accesso ai servizi.