La Juventus e i suoi obiettivi: due sono già  sfumati

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L’anno calcistico della Juventus, a oggi, è assolutamente stato avaro di soddisfazioni: Super Coppa Italia persa contro la Lazio 3-1 e Coppa Italia persa ai rigori contro gli acerrimi rivali del Napoli. Luglio e agosto saranno due mesi molto importanti per i bianconeri e soprattutto per Sarri.

Juventus: vietato sbagliare…ancora

Ai colori bianconeri è associata l’idea di squadra vincente, di un club che ha fatto la storia d’Italia e che ha dato tanti giocatori alla nazionale italiana nei momenti importanti: sia nel 1982 sia nel 2006, quando gli azzurri si sono laureati campioni del mondo. Ma l’anno calcistico in corso, il primo di Sarri in bianconero, ha finora regalato solo amarezze e tante incertezze ai tifosi juventini. Due finali italiane già perse contro Lazio e Napoli e una lotta al vertice per lo scudetto che lascia dormire sonni tutt’altro che tranquilli ai bianconeri. L’unica certezza da almeno due anni a questa parte, come confermano anche le scommesse live, è che a un determinato momento di ogni partita arriverà il goal di Cristiano Ronaldo, ultimamente sta accadendo spesso su rigore, ma la marcatura di Ronaldo è una sicurezza assoluta. Bisogna ripartire dagli aspetti positivi e l’apporto quantitativo e qualitativo di CR7 è uno di quelli, oltre al ritrovato entusiasmo di Dybala e alla “voglia matta” di Higuain, finalmente al ritorno al goal contro il Lecce dopo un lungo digiuno. Per la Juventus ora comincerà un periodo di “finali” in cui l’imperativo è vietato sbagliare.

Sarri chiamato per il bel gioco, ma anche per vincere

Riavvolgendo un po’ il nastro delle ultime stagioni juventine, contiamo in bacheca, negli ultimi nove anni, ben otto Scudetti accompagnati da quattro Coppe Italia e altrettante Supercoppe italiane. Tutti questi titoli sono stati vinti da due allenatori diversi: Antonio Conte prima e Massimiliano Allegri poi. Il tecnico leccese, ora alla guida dell’Inter, aveva preso la Juventus appena cinque anni dopo la promozione dalla Serie B e l’aveva guidata subito in maniera eccellente al successo, riportandola sul gradino più alto della Serie A. Nelle tre stagioni totali di Conte sulla panchina juventina, i bianconeri persero soltanto 7 partite in Serie A, portando a casa tre scudetti e due Supercoppe italiane. Allegri aveva continuato il ciclo, tentando di “ampliare” i trofei alle competizioni internazionali, ma senza riuscirci e perdendo due finali: contro il Barcellona a Berlino e contro il Real Madrid a Cardiff. Entrambi gli allenatori sono stati molto amati dal pubblico e dai calciatori, ma non completamente dalla società che voleva associare alle vittorie anche il bel gioco e fu così che la scelta di Nedved e presidenza ricadde su Sarri, che aveva fatto vedere grandi cose a Napoli e aveva anche vinto l’Europa League con il Chelsea. Le accuse mosse al tecnico nato a Napoli sono quelle di non aver finora “regalato” bel gioco alla squadra e  di aver perso due dei quattro titoli a disposizione quest’anno. Ora Sarri è decisamente chiamato a sessanta giorni di fuoco, in cui la sua Juventus dovrà tenere a bada l’entusiasmo e la qualità della Lazio di Inzaghi, il tutto puntando senza farne segreto alla vittoria in Champions League, molto probabilmente l’ultima occasione per Gigi Buffon.

La Juventus può e deve sicuramente ripartire dai goal di Ronaldo e dalla classe di Dybala, dalla solidità difensiva ritrovata e dall’apporto della città di Torino e provincia che non è mai mancato. Al bel gioco forse Sarri penserà un po’ meno ora che il suo operato è sotto critica.

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