Il Gruppo Araldo dona una super ambulanza alla Cri di Canelli

Un’ambulanza moderna e super accessoriata, con tutti i dispositivi più all’avanguardia per l’emergenza e il soccorso, messa a disposizione della comunità non solo di Canelli, nell’Astigiano, ma dell’intera valle Belbo e delle zone vicine.

È il dono al Comitato canellese della Croce Rossa da parte delle aziende del Gruppo Araldo (PAOLO ARALDO – DIAM SUGHERI – BELBO SUGHERI) che operano nel settore enologico (chiusure, prodotti e botti) e che hanno base a Calamandrana (Asti).

Domenica 26 luglio, nella sede della Croce Rossa di Canelli, in via dei Prati, c’è stata la cerimonia della consegna dell’automezzo il cui codice identificativo sarà INDIA 5.

Oltre ai vertici della Cri locale, guidata da Giorgio Salvi, provinciale e ai rappresentanti di altri gruppi di volontariato e assistenza, c’erano le autorità comunali con il sindaco, Paolo Lanzavecchia, il vicepresidente della Regione Piemonte, Fabio Carosso, e la famiglia Araldo, i fratelli Daniela e Paolo con la moglie Silvana alla quale è andato il ruolo di madrina dell’evento.

Quella di domenica scorsa non è la prima donazione alla Cri da parte della famiglia Araldo. Già un paio d’anni fa, sempre al comitato canellese, gli imprenditori avevano donato un automezzo particolarmente attrezzato per il trasporto di persone e disabili.

Ora la nuova super ambulanza donata dal Gruppo Araldo, che ha una dotazione tecnologica di prim’ordine con dispositivi sanitari di soccorso e per la guida di ultima generazione e predisposti per il servizio H24 per il 118, va ad aggiungersi al parco automezzi della Croce Rossa di Canelli che, insieme all’instancabile e vitale opera di volontari e militi, è utile e prezioso sia nella quotidianità dei servizi sia nelle emergenze sanitarie più pressanti come le settimane più gravi della pandemia da Covid 19.

Paolo Araldo, presidente del Gruppo Araldo, ha commentato: «La cultura del servizio e del dono fa parte della nostra storia famigliare e di imprenditori del mondo del vino. Come tutti dobbiamo molto a questa terra e agli uomini e donne che l’hanno resa bella e produttiva tanto da essere proclamata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che, tutti insieme, abbiamo fatto e, ora più che mai, dobbiamo impegnarci per fare in modo che queste nostre colline siano sempre sicure, accoglienti, amate, sostenibili e solidali. È il nostro futuro, quello dei nostri figli e dei nostri nipoti. Tutti, ognuno secondo le nostre possibilità e talenti, dobbiamo dare il nostro contributo».

Nella foto da sinistra Salvi (CRI Canelli) Silvana, Paolo e Daniela Araldo