Cgil, Cisl e Uil in coro: “Sanità ad Asti, occorre un cambio di passo”

La CGIL, CISL e UIL di Asti hanno convocato questa mattina, lunedì 27 luglio, una videoconferenza stampa per denunciare alcune carenze del sistema sanitario astigiano e chiedere un cambio di passo immediato.

E’ Luca Quagliotti, segretario provinciale Cgil ad aprire la conferenza: “Un mese fa abbiamo chiesto un incontro all’Asl di Asti per sottoporre le nostre richieste su una serie di criticità, ma ad oggi non abbiamo ancora avuto una risposta, per questo abbiamo deciso di comunicare alla cittadinanza quello che stiamo facendo, far sapere che noi non siamo fermi su questo tema.
Sono diverse le questioni che vogliamo sottoporre all’Asl a partire dalle risposte che non si sono potute dare nel periodo dell’emergenza per le liste d’attesa, dalla vicenda dell’Ospedale della Valle Belbo e del Punto di Primo Intervento di Nizza Monferrato, alla questione diagnostica sempre in Valle Belbo dove in questo momento non c’è la possibilità di fare nè la tac nè la mammografia. Inoltre avremmo voluto parlare di altre questioni, come quella di ripristinare nell’astigiano i laboratori per analisi e non trovarsi nella situazione di marzo dove non era possibile analizzare i tamponi.”

In particolare preoccupa lo spostamento delle visite diagnostiche: “Sappiamo che in questi giorni stanno telefonando per spostare visite e appuntamenti, alcuni addirittura al mese di marzo 2021. Non vorremmo che ai lutti dovuti al Covid se ne aggiungano altri dovuti al ritardo della diagnostica di malattie, soprattutto per quelle che necessitano di interventi immediati.
Abbiamo raccolto voci, non confermate, in cui pare che siano 30mila gli esami posticipati.”

Tutti temi condivisi anche da Stefano Calella, segretario della Cisl di Asti che ribadisce “La scarsa attenzione posta dall’Asl a confrontarsi con il sindacato, noi siamo la prima interfaccia raccogliamo gli sfoghi delle persone, siamo molto preoccupati per quello che deve essere la diagnosi preventiva. Non vogliamo fare la lista di cosa servirebbe per un servizio migliore della sanità, su questo siamo disposti a iniziare a ragionare sulla ristrutturazione della sanità piemontese, ma in questo momento bisogna gestire la fase post emergenza.”

Sulla stessa lunghezza d’onda Armando Dagna della UIL di Asti che aggiunge: “Io credo che noi abbiamo un grande problema in questa provincia di metodo, noi avevamo avviato prima del covid un interlocuzione con i vertici della sanità del nostro territorio, ma abbiamo trovato difficoltà nelle relazione e una negazione dei problemi che i nostri iscritti riscontravano rispetto ai servizi di accesso alla sanitò, negare le liste di attesa lunghe, problema utilizzo pronto soccorso. I vertici della sanità astigiana devono confrontarsi con i sindacati, non devono vivere in una sorta di bolla dove tutto viene ridotto ad un mero problema “economico”. La dirigenza dell’Asl non vuole incontrare le parti sociali, ma i problemi ci sono, le liste d’attese sempre più lunghe, bisogna essere in grado di rimettere in sicurezza dal punto di vista sanitario il territorio.”

Tra le criticità segnalate dai tre rappresentanti sindacali quella che riguarda la Valle Belbo: “Non è stata fatta nessuna programmazione per la riapertura del PPI di Nizza nonostante 3 mesi di tempo, per quanto riguarda il rinnovo della TAC in Valle Belbo peggio ancora scadeva a fine gennaio quindi non c’era il Covid come scusa, invece non è stato fatto nulla e così si grava tutto su Asti, per non parlare della mammografia per cui addirittura si parla di averla quando ci sarà l’ospedale della Valle Belbo… qui si tratta di vita o di morte. Altro problema è la situazione non omogenea delle case della salute, con strutture interne differenti: se ad ottobre si verificasse, speriamo di no, un nuovo picco Covid si rischia di tornare ad avere una situazione drammatica, le case della salute devono essere un supporto per sgravare il pronto soccorso di Asti che ad oggi è l’unico operativo in provincia, in attesa di date certe per la riapertura a Nizza.
Se non avremo risposte dall’Asl faremo di tutto affinchè l’opinione pubblica venga informata e poi intraprendere tutte le iniziative che servono” concludono i tre segretari provinciali.