ATC Asti, dalla Regione Piemonte risorse per danni da animali selvatici

Il presidente degli ATC astigiani Antonello Murgia:“È il momento di una stretta a livello nazionale”

Nei giorni scorsi l’Assessorato all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Piemonte ha accreditato agli ATC (Ambito Territoriale Caccia) astigiani una somma totale di 176.268,27 euro. Le risorse sono suddivise in 59.405,36 euro all’ATC1 Nord Tanaro e 116.862,91 euro per l’ATC2 Sud Tanaro. I fondi riguardano i danni risalenti al 2018, che entrambi gli ambiti hanno già rimborsato ai richiedenti tramite anticipazione di cassa.

L’animale selvatico più pericoloso per le colture, nell’area sud durante il periodo di riferimento, è stato il capriolo: si contano 43 mila 230 euro di danni. Il resto dei danneggiamenti riscontrati riguardano cinghiali e ghiri. Nella zona nord invece sono stati i cinghiali a rovinare i campi per un ammontare di 59.270,53 euro.

“In questo momento difficile per le nostre aziende agricole, soprattutto per quelle legate alla viticoltura, questi fondi ci consentiranno di pagare parte dei danni riferiti al 2019, che ammontano a un totale di 218.493,07 euro,” commenta Antonello Murgia, presidente dei due ambiti. “A questo proposito voglio ringraziare per conto degli ATC che rappresento l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa e il vicegovernatore Fabio Carosso, per aver mantenuto le promesse ed essere stati solerti nei pagamenti”.

Il Presidente prosegue: “È arrivato il momento che la politica, a livello governativo centrale, faccia la sua parte. La scelta se aprire o chiudere la caccia, nei confronti di ciascuna di queste specie, deve essere lasciata a coloro che ne hanno diretta esperienza: gli agricoltori, che ne ricevono milioni di euro di danni; gli automobilisti, che rischiano direttamente veicoli e incolumità personale; nonché le regioni e province che hanno il polso della situazione del proprio territorio”.

Murgia non esclude che i provvedimenti possano esulare dall’attività venatoria in senso stretto: “Nessuno vuole l’eradicazione delle specie, di certo non i cacciatori. Comprendiamo l’attenzione e le cautele delle associazioni animaliste, ma quando parliamo di specie dannose per le colture, pericolose per l’incolumità degli automobilisti, è importante mettere il buonsenso al primo posto. A soffrire a causa degli animali selvatici può essere un numero di persone ampio, che parte dalle aziende agricole – che possono contare in parte su risarcimenti – per proseguire però con chi, per ridotte capacità di spesa, conta sulla cura di un orto per migliorare la propria qualità di vita, fino agli automobilisti che si trovano l’auto distrutta, magari senza essere in condizioni di sostituirla. Stiamo parlando di una piaga sociale che va a colpire, in modo prevalente, le fasce più deboli della popolazione”.