Ama Asti, un 2020 all’insegna della progettazione di rete

L’Associazione fa il bilancio dei primi sei mesi di attività, tra progetti di formazione e percorsi di vita indipendente

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Come molte altre associazioni, anche l’Associazione Missione Autismo di Asti ha iniziato il 2020 in salita, dovendo riprogrammare le attività e affrontare la sfida della vicinanza e dell’accompagnamento alle famiglie che durante le varie fasi della pandemia si sono viste abbandonate un po’ da tutti.

I percorsi attivati dall’Associazione, la cui caratteristica è da sempre la personalizzazione, hanno subito una breve battuta d’arresto nel periodo di massima chiusura, per riprendere lentamente e in sicurezza: questo è stato possibile grazie all’acquisto di diversi dispositivi di sicurezza (DPI e macchinari per la sanificazione), alla programmazione dell’utilizzo degli spazi della sua sede e alla stesura di un rigoroso protocollo anti-covid 19.

In questo periodo AMA si è attivata anche per portare all’attenzione delle Istituzioni lo stato di abbandono in cui versavano e versano tuttora le famiglie di soggetti con disabilità, chiedendo anche a più riprese di riattivare sostegni soprattutto nella fase 2 (educativa territoriale, affido, assistenza scolastica, ecc.).

Il vero elemento di crescita dell’associazione in questo difficile anno è stata, però, la costruzione di consolidate reti di condivisione, in alcuni casi di risorse umane ed economiche, come nel caso del progetto “E…state insieme”, progetto realizzato con la campagna “Sporcatevi le mani” e in collaborazione con la Onlus “Anita e i suoi fratelli” e la Cooperativa Vedogiovane Asti, che vede sostegno di molti donatori del territorio. 

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Proprio in un’ottica di condivisione, già a marzo l’Associazione Missione Autismo ha acquistato il cloud Gsuite, per poter ottimizzare il lavoro all’interno dell’associazione, ma soprattutto per rafforzarlo nel momento del lockdown e per mantenere anche in futuro una continua messa in comune del lavoro di rete progettuale: tutto questo è stato possibile grazie alla continua formazione degli operatori.

L’associazione ha poi investito su due progetti di cui è particolarmente orgogliosa.

Il primo si chiama Bookbox ed è nato grazie alla Fondazione Social. L’iniziativa deriva dal bisogno dei ragazzi seguiti da AMA di mettersi in gioco per il bene dei cittadini della città. Bookbox è, infatti, un progetto nazionale che vede impegnati i ragazzi dell’Associazione e del territorio di Asti nella realizzazione di una piccola biblioteca nelle sale d’attese di luoghi frequentati da bambini e adulti. Le librerie sono costruite e organizzate direttamente dal gruppo di ragazzi, affiancati e supervisionati dagli operatori dell’Associazione e dei partner del progetto. Tutti i cittadini che frequenteranno i luoghi in cui sono presenti le librerie potranno leggere i libri e le riviste messe a disposizione. Quest’attività aiuterà i ragazzi a migliorare la loro capacità organizzative e di gestione di situazioni nuove e dinamiche e permetterà loro di conoscere e farsi conoscere dai cittadini di Asti. Tale progetto, inoltre, si colloca parallelamente al progetto di vita indipendente, in quanto le mansioni e la responsabilità dei ruoli dei ragazzi sono aspetti propedeutici a una vera e propria attività lavorativa.

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Il secondo progetto riguarda, invece, la formazione di 50 insegnanti di Asti e provincia – iniziata a ottobre e terminata a distanza durante la quarantena – realizzata grazie al contributo della Fondazione CRAsti e basata sul modello del peer to peer teaching illustrato dalla Dott.ssa Munaro dello Sportello Autismo di Vicenza. Il progetto di formazione è stato svolto con la partnership dell’UST, degli Istituti Comprensivi 2 e 3 e dell’Associazione Genitorinsieme ed è stato guidato dal Dott. Claudio Bivacqua, Consulente ABA BCBA, con la collaborazione di Mirella Esperte, tutor per la vita indipendente. Le scuole che hanno aderito alla formazione, condividendo le finalità e gli obiettivi del progetto, sono l’IC Dalla Chiesa di Nizza Monferrato, l’IC 3, l’IC di Rocchetta Tanaro, l’IC 2, l’IC1, il V Circolo, l’IC di Villafranca d’Asti, l’IC di Costigliole d’Asti, l’IC di San Damiano, l’IC Castelnuovo e l’IC di Villanova.

Il percorso aveva la chiara finalità di formare un gruppo di docenti, definiti “tutor”, che attraverso una modalità di insegnamento/apprendimento definito “peer teaching” possano continuamente scambiarsi informazioni ed esperienze in merito alle attività degli alunni seguiti. Il docente tutor ha il ruolo di inclusione non solo fra gli alunni della classe, ma soprattutto fra tutti gli insegnanti della classe, che a volte lavorano individualmente senza sfruttare la forza del gruppo. Il percorso ha fornito, inoltre, ai docenti strumenti teorico-pratici da mettere in atto nell’insegnamento. La formazione è stata suddiviso in 3 fasi: la prima fase ha visto la compilazione di un questionario (Conosciamoci) utile a guidare l’insegnante nella conoscenza delle abilità presenti nell’alunno; la seconda fase è stata, invece, quella della condivisione, con l’intero team docenti, del questionario conosciamoci e della programmazione attraverso la compilazione di un secondo questionario (Ti insegno ad imparare); nella terza fase, infine, c’è stata la verifica, attraverso un questionario (un anno insieme) che ha preso in considerazione il raggiungimento degli obiettivi.

A causa dell’emergenza Covid 19, la terza fase è stata realizzata in modo differente alle previsioni: durante la formazione di aprile e maggio, infatti, il dott. Bivacqua e la tutor Mirella Esperte hanno supportato i partecipanti fornendo indicazioni sulla preparazione del materiale didattico per la DAD, dando spunti condivisi con tutto il gruppo di formazione per raggiungere almeno una parte degli obiettivi. I questionari utilizzati nelle tre fasi, creati dal Dott. Bivacqua, possono essere utilizzati anche per trasferire gli obiettivi sul PEI.

In continuità con questo progetto, AMA sta ora lavorando ad un nuovo progetto, da presentare alla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino nell’ambito del Bando Vivomeglio, con l’obiettivo di rafforzare le competenze relative alla didattica digitale in tutti i soggetti coinvolti – insegnanti, educatori, soggetti con disabilità – e di continuare il lavoro collaborativo, elemento fondamentale per il peer teaching.

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