Lettere al direttore

Lorenzo Carbone: “Il lock-down ha mostrato la robustezza e solidità delle nostre comunità”

Riceviamo e pubblichiamo il discorso di Lorenzo Carbone, sindaco di Celle Enomondo, preparato per i cellesi in occasione della Festa della Repubblica.


FESTA DEL 2 GIUGNO 2020 – Celle Enomondo
La Festa del 2 giugno è la celebrazione dei Valori Repubblicani.

Quest’anno la sua ricorrenza si rivela ai nostri occhi come un momento di grande riflessione sulla sua più alta espressione scritta, a fondamento del nostro ordine democratico: la Costituzione.
Il flagello, che si è abbattuto in questi ultimi mesi nel nostro come in altri paesi e tutt’ora lontano dall’Europa, ha portato noi cittadini italiani di fronte ad una scelta obbligata: abbandonarsi allo scoramento di fronte alla micidiale capacità distruttiva di un nemico invisibile, oppure ciascuno nel proprio quotidiano fare la propria parte nella lotta, che ha assunto i ritmi purtroppo di un bollettino di guerra.
È in questo momento nuovamente cruciale della nostra storia, che le migliori risorse del paese, a partire dagli operatori sanitari, le forze dell’ordine, le amministrazioni pubbliche, le associazioni combattentistiche d’arma come l’Associazione Nazionale Alpini, il volontariato,
in tutte le sue diramazioni locali, hanno fisicamente messo in piedi uno sforzo gigantesco, votato a salvaguardare l’Italia dalla catastrofe incombente.

Lo spirito di corpo, sostenuto da uno straordinario senso del dovere e di generosità, hanno permesso di fronteggiare progressivamente l’espandersi del virus, con la tenacia degna dei nostri Antenati sulle alte cime dell’Adamello, sul Grappa e sul Piave, con gli appelli continui
alla forza della nostra Italia, che nel recente passato ha sempre superato con coraggio prove altrettanto terribili come la guerra, il terrorismo, la lotta alla mafia.
I valori della Costituzione, scritta dopo il dramma del secondo conflitto mondiale, sono emersi e si sono materializzati nelle migliaia e migliaia di azioni individuali che hanno permesso, con la straordinaria dedizione in primis dei nostri operatori sanitari il contenimento e il
progressivo superamento di una tragedia, che ad esempio solo a Milano, nella regione più colpita dalla pandemia, ha mietuto più vittime dello stesso conflitto mondiale: oltre 30.000 morti in tutta Italia e oltre 150 operatori sanitari, colpiti dall’esposizione al virus.

La riscoperta possiamo dire obbligata delle nostre abitudini quotidiane e di vicinanza familiare, come non mai, ha mostrato in tutta la sua evidenza la robustezza e solidità delle nostre comunità che si sono rispecchiate negli incessanti gesti di solidarietà.
Ora, dopo 3 mesi circa di lock-down una nuova grande sfida, non da meno di quella che abbiamo appena sostenuto, ci aspetta: la ricostruzione e ripartenza del nostro tessuto connettivo, nel suo insieme di aspetti sociali ed economici, per evitare anche in questo caso
un altro grave pericolo: la desertificazione delle nostre attività produttive, unita alla ripresa delle attività didattiche a tutti i livelli, per dare un futuro alle nostre famiglie, ai nostri giovani, e sicurezza per i nostri anziani, i più colpiti dalla pandemia.
Anche in questa situazione il genio della nostra cultura che si è espressa nel corso della Storia, saprà condurre la nostra Italia verso la Rinascita.