Difficile la ripresa post Covid per il mondo della musica: le problematiche di bande e orchestre nell’Astigiano

Ricominciate le lezioni di musica in presenza, ma quali prospettive per prove ed esibizioni? I sodalizi musicali in attesa di linee guida precise alla vigilia della Festa europea della musica

La musica non si è fermata in questi mesi di emergenza sanitaria, anzi in molti casi è stata una medicina per risollevare lo spirito: esecuzioni su You tube e Facebook, musica dai balconi in cui dalle proprie abitazioni si cantava e si suonava per cancellare la distanza e sentirsi meno soli.

Ora però il mondo della cultura e della musica vuole ripartire con spettacoli ed esibizioni, ma orchestre, bande e cori si trovano in seria difficoltà per la mancanza di una normativa precisa, chiara e soprattutto realmente applicabile.

Da marzo anche nell’Astigiano le scuole di musica hanno continuato il loro lavoro proponendo ai propri allievi lezioni online: una didattica a distanza applicata al mondo della musica, per molti una “toppa” per non perdere del tutto gli insegnamenti, un ripiego necessario, ma non paragonabile all’importanza del contatto e del rapporto stretto tra allievo e maestro.

Dopo tre mesi gradualmente si sta cercando di tornare alla normalità, con una didattica in presenza.

“Abbiamo ricominciato il 25 maggio con tutte le precauzioni necessarie, dalla sanificazione dei locali alla misurazione della temperatura – spiega Stefano Corona presidente IEM – Non ci siamo mai interrotti grazie alle lezioni online  con cui ci siamo trovati abbastanza bene, ma è giusto tornare alla normalità, al contatto e ad un rapporto più stretto e umano”.

A proporre lezioni online in questi mesi, tra gli altri anche l’Istituto Verdi e l’Aso Asti Sistema Orchestra, quest’ultima prossima ad iniziare nuovamente ad incontrare i propri allievi.

I problemi emergono però quando si parla di esecuzioni in pubblico e spettacoli.

Corona per esempio ammette di aver dovuto cancellare esibizioni e saggi e soprattutto la rassegna che nei mesi invernali ha avuto un grande successo di pubblico, il Sunday Night Live: “Bisognerebbe distanziare il pubblico, ma come si fa a controllare che tutti si attengano alle norme?” 

Le problematiche poi aumentano se dalle band con pochi elementi si passa a orchestre o addirittura a bande.

“Aldilà dell’effetto scenografico della musica dai balconi cui abbiamo assistito in questi mesi di lockdown o delle orchestre online con direttori che di fatto dirigono il nulla, non ci sono ad oggi alternative accettabili – commenta amareggiata Antonella Pronesti presidente dell’ASO Asti Sistema OrchestraNoi in questi mesi abbiamo dovuto annullare numerosi appuntamenti tra concerti, saggi e concorsi, ma quello che più rattrista è l’incertezza del futuro. Secondo le normative gli orchestrali devono distanziarsi almeno un metro gli uni dagli altri. Questo rende tutto molto dispersivo e mette in difficoltà lo stesso direttore d’orchestra. Spesso vengono privilegiati i concerti all’aperto perché possono avere pubblico. Ma come si fa ad avere una buona acustica? Ci vorrebbe un impianto di amplificazione sofisticato per equilibrare tutti i suoni, con quali costi? Per i concerti nei teatri, al momento l’unica possibilità sembra quella di essere trasmessi in streaming. La musica dal vivo viene così del tutto snaturata”.

Purtroppo ad oggi mancano delle normative chiare. Si aspettano delle linee guida e proprio ieri il presidente della Regione, Alberto Cirio e l’assessora alla Cultura, Vittoria Poggio, hanno incontrato i rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo.

La normativa vigente sugli spettacoli dal vivo rientra infatti nell’allegato 9 del DPCM del 17 maggio (Dpcm_20200517_allegato 9 Spettacoli). In questo documento oltre al distanziamento e alle raccomandazioni sulla sanificazione dei locali, si fa riferimento all’uso obbligatorio delle mascherine.

“I musicisti devono indossare la mascherina con difficoltà a respirare e addirittura a leggere il leggio. Pensiamo se poi si tratta come nel nostro caso di un’orchestra giovanile in cui sono  presenti molti bambini. E’ impensabile”. continua Pronesti.

I problemi aumentano ancora se da un’orchestra prevalentemente di archi, come quella dell’ASO, si passa ad una con strumenti a fiato e addirittura alle bande.

“Per poter suonare sono necessari spazi molto ampi – afferma per esempio Corrado Schialva direttore della Banda di Rocchetta Tanaro –  Per 40 elementi come siamo noi, messi a schacchiera, ci vogliono almeno 25 metri. Poi gli strumenti a fiato sono i più rischiosi, perché possono veicolare la saliva”.

Lo strumento che sembra veicolare maggiormente il virus è il flauto traverso.Potremmo suonare per tutto il tempo di un concerto con una visiera – spiega Chiara Assandri, flautista e docente di flauto nella scuola secondaria musicale di San Damiano d’Asti – mentre gli altri musici, molto distanziati gli uni dagli altri, potrebbero arrivare con la mascherina, togliersela solo per suonare e rimetterla appena concluso il concerto”.

Tutto viaggia a livello dell’ipotetico, con una profonda confusione su quando, come e in che misura potranno riprendere le attività musicali, come evidenziato da ANBIMA Alessandria-Asti (Associazione Nazionale delle Bande Italiane Musicali Autonome). Il suo presidente, Ezio Audano, preoccupato della lunga interruzione dell’operatività delle 276 associazioni che ne fanno parte, ha scritto una lettera al presidente della Regione Piemonte, chiedendo “un’attenzione particolare ad una realtà che è espressione di un patrimonio piemontese”, per permettere nuovamente la ripartenza delle attività musicali con “azioni mirate”.

Tutto questo dibattito si sta sviluppando alla vigilia del 21 giugno, Festa europea della musica.

“Avevamo deciso di celebrare i nostri 135 di attività in paese nella ricorrenza della Festa europea della musica, ma sicuramente tutto sarà rimandato a data da destinarsi – dichiara a questo proposito Giovanni Gamba maestro della Società Filarmonica Comunale di Villanova d’Asti, di cui proprio quest’anno cade il 135° anniversario dalla fondazione – Mai più pensavamo di festeggiare questo importante traguardo dopo solo 6 prove. Dal 24 febbraio la nostra banda ha dovuto sospendere tutte le attività, gli incontri settimanali, le uscite già programmate, il corso di orientamento musicale e non sappiamo quando si potrà riprendere e in che modo. Abbiamo solo avuto il tempo per scegliere insieme una trentina di brani nuovi per poter rinnovare tutto il repertorio”.

Elogio della Bionda

E proprio le prove cui fa riferimento Gamba, momento imprescindibile per qualsiasi sodalizio musicale, rappresentano un’altra problematica: “La lunga inattività dei musici potrebbe essere, se troppo prolungata, un problema che ci troveremo ad affrontare. Suonare uno strumento prevede un miglioramento continuo solo grazie all’esercizio individuale e collettivo. Ogni volta che ci si trova a suonare insieme inoltre  è sempre una festa, crea rapporti tra generazioni, diffonde anche tra i più giovani valori che scaturiscono dalle giornate della memoria della storia nazionale, come il 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, IV novembre, e infonde senso di appartenenza ad comunità vive come sono i nostri piccoli paesi di provincia”.

“Sarebbero necessari spazi molto ampi di cui non tutti dispongono – fa eco Pronesti dell’ASO – Ho visto immagini di orchestre dove il coro è chiuso in cabine che ricordano la ormai datata trasmissione ‘Rischiatutto’. Non  è accettabile. A rimetterci è nuovamente l’acustica, ma cosa ancora più grave lo stesso spirito di aggregazione, aspetto fondamentale delle orchestre e delle bande. I musicisti hanno bisogno di essere vicini, di sentirsi, di guardarsi anche durante l’esecuzione. Se tutto questo viene meno, viene meno lo stesso spirito di socialità della musica”.