Coldiretti Asti: per una vera ripartenza economica serve più sostegno al settore agricolo

Il lockdown ha messo a dura prova anche l'agricoltura della provincia di Asti, con i canali Ho.Re.Ca fermi, le esportazioni bloccate e le presenze turistiche azzerate

Il lockdown ha messo a dura prova anche l’agricoltura della provincia di Asti, con i canali Ho.Re.Ca fermi, le esportazioni bloccate e le presenze turistiche azzerate

Anche Coldiretti Asti si interroga su cosa si sta portando dietro l’esperienza dell’emergenza Coronavirus. “Dall’audizione del presidente nazionale Ettore Prandini agli “Stati Generali” del Governo – ci spiega il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – è emerso come l’agricoltura, da un lato, previa una adeguata formazione e semplificazione, possa offrire agli italiani in difficoltà almeno 200 mila posti di lavoro. Dall’altro lato è invece emerso come la vicenda Covid abbia provocato perdite stimate in 12,3 miliardi di euro al settore agricolo nazionale, principalmente per il taglio alle esportazioni, le difficoltà e le chiusure dei bar e dei ristoranti, il crollo dei flussi turistici e la pesante contrazione delle quotazioni”.

“Sicuramente – rileva il direttore Diego Furia – l’allarme globale provocato dal Coronavirus ha evidenziato una maggior consapevolezza sul valore strategico della filiera del cibo e delle necessarie garanzie di qualità e sicurezza. Ora, però, si stanno evidenziando anche tutte le fragilità sulle quali è necessario intervenire. Occorre un piano nazionale di interventi per difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento alimentare, soprattutto in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali”.

Coldiretti elenca anche i principali punti deboli per ogni comparto, dal vitivinicolo agli agriturismi, dall’ortoflorovivaismo al lattiero caseario fino al suinicolo. Il lockdown ha messo a dura prova anche l’agricoltura della provincia di Asti, con i canali Ho.Re.Ca fermi, le esportazioni bloccate e le presenze turistiche azzerate.

“Per una vera ripresa – puntualizza Reggio – servono sostegni anche a livello comunitario, attraverso la Politica Agricola Comune. Abbiamo bisogno che l’Italia ritrovi un ruolo da protagonista nei confronti dell’Europa”.

Proprio il settore agricolo, dopo essere stato snobbato per decenni, ha fatto registrare un crescente interesse degli italiani per il lavoro nelle campagne, anche per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici. Un segnale positivo importante per il comparto che, tuttavia, si scontra con la mancanza di formazione e professionalità che è necessaria anche per le attività agricole soprattutto per chi viene da esperienze completamente diverse.

“Un’opportunità – evidenzia Furia – che deve essere accompagnata da un piano per la formazione professionale e da misure per la semplificazione ed il contenimento del costo del lavoro. Quindi è necessaria una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne”.

In un momento difficile per l’economia Coldiretti sollecita di portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza, con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy. “In quest’ottica – sottolinea Furia – è positiva la storica apertura dell’Unione Europea nella nuova Strategia Farm to Fork nell’ambito del Green New Deal all’obbligo dell’origine con l’indicazione dello Stato membro a livello europeo”.

“L’Italia – conclude il presidente provinciale Coldiretti – ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa, completando le lacune ancora presenti nella legislazione nazionale con l’estensione dell’obbligo di etichettatura dei salumi che consentirebbe la valorizzazione di quelli Made in Piemonte”.

ANCHE NELL’ASTIGIANO PREZZI CALMIERATI NEI SUPERMERCATI E AIUTI ALLE FAMIGLIE

Acquistare un miliardo di euro di cibo 100% Made in Italy da destinare alle famiglie povere e mense pubbliche, per far fronte a quella che è diventata una vera e propria emergenza sociale senza precedenti e, allo stesso tempo, dare ossigeno al sistema agroalimentare nazionale colpito dalle difficoltà delle esportazioni e della ristorazione. E’ la proposta lanciata da Coldiretti in occasione della convocazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per gli Stati Generali. Come per altro in parte è già stato attuato autonomamente dalla stessa Coldiretti con la “Spesa Sospesa”, che anche ad Asti, in piena emergenza Coronavirus, si è concretizzata con importanti forniture all’Associazione “Il dono del volo” e alla mensa sociale del Comune.

Le stime indicano come la pandemia coronavirus, negli ultimi mesi, abbia ha fatto salire di oltre un milione i nuovi poveri con bisogno di aiuto anche per mangiare. Da qui la proposta di aumentare ad un miliardo di euro la dotazione dei fondi per l’acquisto del cibo destinato agli indigenti, scegliendo solo prodotti agroalimentari 100% italiani. Un obiettivo da estendere anche alla ristorazione pubblica con un grande piano di acquisti di prodotti per le mense di scuole, ospedali e caserme. Serve anche un credito di imposta a favore della ristorazione privata che garantisce la provenienza nazionale dei cibi serviti, con un impatto positivo sulla salute, sulla sicurezza alimentare e sull’economia.

Proprio per favorire la ripartenza economica Coldiretti ha lanciato la prima mobilitazione #MangiaItaliano nei mercati, nei ristoranti, negli agriturismi con il coinvolgimento di numerosi volti noti della televisione, del cinema, dello spettacolo, della musica, del giornalismo, della ricerca e della cultura, ma anche di industrie alimentari e distribuzione commerciale che si sono impegnate a garantire regolarità delle forniture alimentari agli italiani e a combattere qualsiasi forma di speculazione sul cibo dai campi alle tavole. All’alleanza salva spesa promossa assieme a Filiera Italia hanno aderito grandi gruppi come Conad, Coop, Auchan, Bennet, Cadoro, Carrefour, Decò, Despar, Esselunga, Famila, Iper, Italmark, Metro, Gabrielli, Tigre, Oasi, Pam, Panorama, Penny, Prix, Selex, Superconti, Unes, Vegè.