Bollettini contagi Covid giornalieri, quando i numeri lasciano più di un dubbio

La situazione dei contagi ad Asti sembra migliorare parecchio. Dalla scorsa settimana, infatti, l’aumento dei contagi per Covid- 19 sembra in crescita di sole poche unità al giorno.

Mercoledì scorso, 3 giugno, per la prima volta non ci sono stati nuovi positivi al Coronavirus, ma il fatto che nella stessa giornata siano stati conteggiati 7 positivi risalenti alla fine di aprile, porta sicuramente qualche dubbio sui numeri snocciolati ogni giorno dalle varie regioni.
Come è possibile che sette tamponi risalenti a più di un mese fa vengano conteggiati solo ora? E quanto sono affidabili i numeri della Protezione Civile, che dovrebbero segnare una fotografia della pandemia e guidare le scelte politiche sull’allentamento o meno delle restrizioni.

Come si dice, “Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa”: in questo caso la fotografia che appare ogni giorno alle 18 su tutti i giornali è un quadro perlomeno sbiadito, per usare un eufemismo.
Per esempio, la Lombardia, che fa quasi i due terzi dei nuovi casi giornalieri, ieri ha registrato 192 nuovi casi. Di questi, però, solo 43 sono del giorno in questione. 29 infatti sono del 6 e del 7 giugno, 41 del 5 giugno, 32 del 4 giugno, 10 del 3 giugno e tutti gli altri di maggio. Insomma, quello che dovrebbe essere un quadro dei nuovi contagi è spesso un agglomerato di cifre da spalmare su più giorni, complicando spesso i conti di come monitorare la pandemia.

Anche la Regione Piemonte, che in questi ultimi giorni ha fatto registrare una apprezzabile diminuzione di casi, probabilmente processa tamponi anche di molti giorni indietro, anche se in questo caso non ci è dato sapere la data dell’effettivo campionamento. Un dato utile invece è quello dei nuovi positivi che arriva dai test sierologici: persone che hanno gli anticorpi contro il coronavirus e che sono risultate positive al campione. In questo caso si tratta con molta probabilità di soggetti che hanno contratto il virus in forma lieve o asintomatica e che sono in via di guarigione, dal momento che è scientificamente provato come per un certo periodo, carica virale e anticorpi possano coesistere nell’organismo.
Questa percentuale sul totale dei casi giornalieri oscilla tra un 20 e un 30%.

Insomma basarsi solo sui numeri, se questi non vengono contestualizzati, può apparire fuorviante. Il problema è che fin dall’inizio dell’epidemia abbiamo ragionato su cifre assolute: contagiati, guariti e deceduti, che di per sé non dicono molto. Se siamo migliorati molto, come si dice, sull’aspetto clinico e preventivo della malattia, non altrettanto si può dire per quanto riguarda una maggiore trasparenza e una maggiore informazione dell’aspetto numerico della curva epidemiologica.