Nuovo CdA della Banca di Asti: il Partito Democratico chiede concretezza e competenza per il territorio e la cittadinanza

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Partito Democratico di Asti e Provincia


E così, mentre il Paese era ed è alla prese con una terribile emergenza sanitaria, la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, in accordo con le altre due Fondazioni di Biella e Vercelli, ha definito la lista di candidati al Consiglio di amministrazione (Cda) che l’Assemblea dei soci, tramite collegamento “virtuale”, ha votato il 29 aprile.

Come Partito Democratico di Asti e Provincia, senza una diretta espressione (nonostante più voci, non certo disinteressate, ce ne avessero attribuite), abbiamo chiesto più volte che la competenza fosse il principale requisito per governare e guidare la Banca di Asti in quella che si preannuncia una crisi economica e sociale senza precedenti dal dopoguerra, sia per il nostro territorio che per l’Italia.

Oggi più che mai, il Consiglio di Amministrazione della Banca deve esser in grado, con professionalità, di tracciare strategie di medio/lungo periodo, comprendere ed aprirsi ai bisogni di un territorio in difficoltà, di abbattere vecchi schemi, di costruire nuovi percorsi di effettivo rilancio economico per tutte le parti sociali.

Mentre abbiamo preso atto delle dichiarazioni del presidente della Fondazione CrAsti Mario Sacco: “Un Consiglio di alto profilo che rispetta tutti i requisiti richiesti dalla nuova normativa”, non abbiamo trascurato quelle di Ercole Zuccaro, già vicepresidente, che ha sottolineato come “attorno al rinnovo del Consiglio di amministrazione della Banca di Asti si è creato un clima pesante, che rischia di danneggiare gravemente l’immagine di un istituto di credito solido e strategico per l’economia del territorio”.

Clima pesante, probabile frutto di bilanciamenti di potere verso una Società che, invece, dovrebbe mantenere una propria autonomia: la Banca di Asti rappresenta un elemento vitale per la nostra provincia e per chi la abita ed anima. Per questo, quindi per tutti noi astigiani, auspichiamo un Istituto che sappia praticare al meglio non solo le rigide regole di mercato, ma anche la capacità di comprendere i bisogni e, in qualche modo, anticiparne l’emergenza. Non un sistema vocato a riprodurre e preservare certe dinamiche, ma ad innovarle e, ove necessario, stravolgerle.

Nel chiedere al nuovo Consiglio di farsi interprete di queste istanze, non possiamo sottrarci dall’evidenziare che vede la presenza di una sola donna. Dal neopresidente Giorgio Galvagno ci attendiamo, inoltre, la volontà e la capacità di non limitarsi ad essere un uomo dal lunghissimo passato in ruoli di amministrazione e governo, già vicepresidente di Biverbanca, attualmente ancora alla guida di un movimento politico che porta il suo nome e che esprime due assessori nella Giunta del Sindaco Maurizio Rasero. Al passato di quest’ultimo in ruoli apicali proprio nella Banca di Asti proviamo a non pensare in questo difficile momento, ribadendo, tuttavia, che la politica (quella con la P maiuscola) dovrà riacquistare il proprio ruolo anche rispetto alle dovute garanzie di trasparenza che dobbiamo ai nostri cittadini, oggi più che mai, rispetto ai criteri di individuazione e nomina di quelle figure professionali chiamate a ricoprire ruoli di così grade rilievo.

Al nuovo CDA, in sintesi, chiediamo da subito quali strumenti intenda mettere in campo per aiutare famiglie e imprenditori vittime della crisi economica causata dal Coronavirus, quali strategie adotterà per contribuire ad attrarre investimenti sul territorio, che azioni potrà ed intenderà compiere per supportare la riqualificazione dei troppi contenitori vuoti della nostra città, come intenda riorganizzare la sua rete di filiali sul territorio, tutelando dipendenti e cittadini e rilanciando la collaborazione con le Amministrazioni comunali.

Partito Democratico di Asti e Provincia