Fillea Cgil Asti: “Riparti Piemonte, bene investire anche nel settore edile, ma ci sono criticità”

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa della Fillea Cgil Asti


Nei prossimi giorni verrà discusso in Consiglio Regionale il cosiddetto Riparti Piemonte, nella bozza del DDl Regionale (che dovrebbe essere discusso il prossimo 15 maggio) sono annunciate risorse economiche anche per il settore edile ma con alcune possibili modifiche alle normative attuali.

Non vogliamo buttare via il bambino con l’acqua sporca, per la Fillea Cgil di Asti, bene investire risorse anche per il rilancio del Settore Edile, ma da una prima disamina emergono diverse criticità, a nostro giudizio: sicuramente in un settore come quello dell’edilizia e non solo, limitare l’invito e la partecipazione alle gare pubbliche alle sole aziende che hanno sede legale in Piemonte potrebbe generare possibili contenziosi da parte delle Aziende escluse, con il rischio di allungare i tempi di concessione degli appalti, la mobilità delle Imprese e delle maestranze è un fattore strutturale noto nel settore edile a ciò si deve aggiungere che la maggior parte delle imprese della nostra provincia ma anche quelle nostra Regione sia per dimensione che per specializzazione potrebbero non presentare tutte le capacità e le competenze necessarie per garantire l’esecuzione dei lavori sia pubblici che privati che necessiterebbe il territorio regionale.

In merito alla semplificazione prevista all’art 65, dal mio punto di vista non sussistono condizioni di urgenza tali e comunque a mio giudizio sarebbe altamente rischioso autorizzare il rilascio della documentazione antimafia anche quando non sia immediatamente conseguente alla consultazione della banca dati unica nazionale concesso così in maniera generalizzata su tutto il perimetro delle risorse pubbliche da investire vi sarebbe il rischio di stimolare i tentativi di infiltrazione mafiosa a danno delle imprese sane, dei lavorati, della qualità e della realizzazione finale dei lavori degli interventi e delle opere.

Per quanto riguarda la proroga prevista all’art 66 per il DURC (Documento unico di regolarità contributiva) che passerebbe dal 15 giugno 2020 al 31 gennaio 2021, la materia non rientra fra quelle di esclusiva competenza della Regione e soprattutto interviene su perimetri già normati dagli ultimi DPCM e dalle successive leggi di conversione entrando in contrasto con l’ordinamento giuridico con le norme di rango superiore, inoltre altre considerazioni ci portano a scongiurarlo, in edilizia il D.U.R.C. viene rilasciato nella misura in cui, oltre ai versamenti INPS e INAIL, le imprese procedano correttamente agli accantonamenti presso le Casse Edili così come previsto dai Contratti Nazionali e da quelli Provinciali di Settore.

Non è pensabile richiedere ai lavoratori ulteriori sacrifici le famiglie sono già in estrema difficoltà, i suddetti accantonamenti si riferiscono al pagamento di alcuni istituti contrattuali che attengono al salario quali: ferie, gratifica natalizia, previdenza complementare, sanità integrative, formazione e sicurezza è evidente che un provvedimento con una proroga del genere rischierebbe di danneggiare in particolar modo i lavoratori, mettendo seriamente a rischio anche il loro salario. Inoltre l’ultimo DPCM del 26 aprile mette alla base di tutti i protocolli anti covid- 19, condivisi con le parti sociali, il ruolo e la centralità degli organismi paritetici e dei RLST che con una misura normativa di questo tipo non avrebbero le risorse necessarie per garantire i controlli e le verifiche previsti dalle norme.

Noi pensiamo che la Regione debba rivedere le modalità di destinazione delle risorse previste per il nostro settore ,il combinato disposto dell’art. 65 e 66 del presente schema di decreto rischierebbe di spalancare ulteriormente le porte all’ingresso nel settore delle costruzioni alle imprese in odore di mafia che approfitterebbero dei minori controlli per immettere tutta la liquidità che possiedono nel mercato a discapito dei diritti e dei salari dei lavoratori e delle ditte sane, chiediamo inoltre alla Regione e a tutte le Istituzioni competenti maggiori investimenti in risorse economiche e umane per garantire il pieno rispetto dei protocolli allegati nel DPCM del 26 aprile scorso all’ art. 2 comma 6 a tutela della salute, della sicurezza dei lavoratori, delle imprese serie e dell’intera popolazione.

Paolo Conte
Fillea Cgil Asti