Fase 2, i dieci consigli dell’Ordine dei Medici su come affrontarla

L’appiattimento della curva di contagio, frutto dell’impegno corale fin qui profuso da tutta la popolazione, è un dato positivo che fa ben sperare. Deve essere chiaro, tuttavia, che il rischio di contagio permane alto perché il virus è ancora presente e i contatti tra le persone aumenteranno.

Pur comprendendo disagi e difficoltà, ricordiamo a tutti che la pandemia è ancora in corso. Al di sopra delle diverse opinioni, anche contrastanti fra loro, deve prevalere il principio di precauzione. Pertanto il passaggio alla fase 2, volto a favorire la ripresa delle attività produttive, sociali e culturali, potrà avvenire in sicurezza esclusivamente se ogni singolo individuo continuerà a rispettare, promuovere e consolidare scrupolosamente le ben note norme comportamentali, di igiene e di distanziamento sociale.

In particolare :

– Tutte le misure protettive del lockdown devono essere messe in pratica scrupolosamente: fare la spesa uno per famiglia, indossare mascherine di protezione individuale, rispettare la distanza di almeno 2 metri tra le persone, lavarsi frequentemente in modo appropriato le mani, non toccare con le mani bocca, naso e occhi, mantenere l’igiene degli oggetti con cui si viene a contatto. È consigliato cambiare le scarpe quando si entra in casa e limitare gli spostamenti e le visite ai congiunti solo alle necessità inderogabili.
-Le misure protettive devono essere adottate contemporaneamente (sia-sia) e non in reciproca alternativa (o-o).
-Occorre porsi nell’ottica sia di proteggere se stessi dal contagio esterno sia di proteggere gli altri come se fossimo noi stessi a poter diffondere il contagio.
– La possibilità di spostarsi, di avere relazioni lavorative, di frequentare parchi e aree extraurbane, utilissima per riprendere le attività fondamentali e migliorare lo stile di vita, deve sempre avvenire in assoluta sicurezza. È dunque vietato in modo assoluto formare assembramenti, gruppi o, peggio, intraprendere attività comuni conviviali, compresi picnic e simil
– La componente affettiva ed emozionale non allontana i rischi. È chiaro che per i nonni è meraviglioso poter riabbracciare i nipoti, ma questo non diminuisce la potenziale reciproca contagiosità e altrettanto vale per qualsiasi altra forma di contatto fisico.
– Mantenere il distanziamento all’interno dei negozi e sui mezzi di trasporto, ma anche nell’attesa e nell’accesso, evitando che le file diventino occasione di capannello.
– Tra i vari aspetti comportamentali raccomandiamo, come esempi, di evitare di parlare senza mascherina durante la vendita e la preparazione di generi alimentari, di evitare di toccare senza guanti maniglie di locali pubblici, tasti di bancomat e simili. La mascherina “a mezz’asta” non serve a nulla.
– L’assenza di sintomi non significa non essere portatori del virus. Ad oggi è praticamente impossibile per le persone avere dati sicuri sulla propria suscettibilità o contagiosità per il Covid-19.
– I test sierologici attualmente disponibili in commercio non danno la patente di immunità e dunque non giustificano per il singolo deroghe alle regole di protezione.
– Nel dubbio consultate il vostro medico curante.

Solo così, con la collaborazione e l’impegno di ognuno, potremo col tempo progressivamente superare l’attuale emergenza sanitaria e sociale con il minimo rischio per tutti.

Grazie alla popolazione, a tutti coloro che in sanità e ogni altro settore operano senza risparmiarsi.