Lettere al direttore

“Con sconcerto vedo l’Ordine dei Medici di Asti schierarsi pubblicamente per sostenere la RSA San Giuseppe”

Riceviamo e pubblichiamo


L’ospedale di Asti deve recuperare gli spazi a suo tempo dedicati all’emergenza COVID per riprendere l’attività ordinaria. Un’ attività ordinaria che si è dovuto sacrificare alle esigenze imposte dall’emergenza sopraggiunta, ma comunque già prima in sofferenza: carenza di posti letto, pressione sul Pronto Soccorso, filtro del territorio inadeguato, tempi d’attesa lunghi ecc.
Si devono quindi sistemare altrove numerosi i pazienti ricoverati in ospedale e, con sconcerto, vedo l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Asti schierarsi pubblicamente per sostenere una delle strutture proposte, la RSA San Giuseppe.

Non entro nel merito: la RSA San Giuseppe, se effettivamente presenta tutti i requisiti necessari, può essere una buona soluzione, oltretutto in Asti.
Viene comunque il magone pensando alle numerose strutture sanitarie di proprietà pubblica ormai diventate scatoloni vuoti a fare brutta mostra di sé per la città e a denunciare un’inerzia inveterata, e che invece potrebbero essere stabilmente rimesse in funzione e tornare utili se non per questa almeno per la prossima emergenza: emergenze che prima o poi si ripresenteranno, speriamo non già a settembre per il temuto nuovo picco della pandemia, quando in ogni caso non potremmo più dire di essere colti di sorpresa.

Altrove stanno le mie perplessità: se è doveroso da parte dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri esprimere anche con concretezza le legittime preoccupazioni dei medici, altro è sponsorizzare questo o quel fornitore o prestatore di servizi, oltretutto in confusione di ruoli e nella sussistenza di evidente conflitto di interessi (il Presidente dell’Ordine è anche il Direttore Sanitario della San Giuseppe), ancorché di per sé legittimi.
Così come mi sembra inopportuno, e sotto certi aspetti anche azzardato per un organo che ha funzioni istituzionali ben definite, assumersi la responsabilità di entrare nel merito di specifiche scelte tecniche.

Questo è un momento di più accentuata criticità della nostra sanità: prima o poi comunque si passerà oltre, come sempre avviene, ma è compito di tutti ridurre i danni al minimo possibile, anche perché per danni qui si intende soprattutto sofferenza delle persone e morte.
Più lo sapremo affrontare con concretezza e sinergia d’azione, nel rispetto collaborativo e consapevole ognuno delle proprie chiare prerogative e competenze, più presto si inizierà a smaltire la grande quantità di prestazioni man mano rinviate, quando ancora possibile.

Dott. Mario Alfani
Già Presidente dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Asti