Coldiretti Piemonte, inflazione: stop speculazioni lungo le filiere

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Crescono i prezzi dei prodotti alimentari nel carrello con aumenti del 2,6% ma nei campi e nelle stalle è speculazione al ribasso con il taglio ai compensi pagati agli agricoltori e agli allevatori per molti prodotti, dalla carne al latte fino agli ortaggi.

E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat che a maggio evidenziano per gli alimentari e bevande un andamento in controtendenza rispetto all’inflazione generale in calo dello 0,1.

“Le quotazioni riconosciute ai produttori in molti settori non coprono più neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale e, ovviamente, locale – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettono il lavoro della maggioranza degli operatori delle filiere che in questo periodo difficile hanno comunque garantito il cibo continuando a lavorare. Proprio per questo motivo, si tratta esclusivamente di speculazioni in quanto la produzione non si è mai fermata e si è verificata una corsa agli acquisti perfino esagerata all’inizio della pandemia in cui i cittadini facevano scorte alimentari per la paura di rimanere senza cibo. In Piemonte abbiamo, da subito, segnalato la situazione di speculazioni nel comparto latte poiché alcuni caseifici hanno approfittato del momento e hanno ribassato il prezzo ai nostri allevatori immotivatamente. Purtroppo, anche in altri comparti si sono verificati simili comportamenti che abbiamo prontamente denunciato: pensiamo all’ortofrutta e alla carne. Se è vero che l’agricoltura sta tenendo duro di fronte alla crisi generale, non si può negare che molte filiere – concludono Moncalvo e Rivarossa – siano in profonda difficoltà dalla quale occorre uscire con una robusta iniezione di liquidità, ma anche realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Piemonte e garantiscano la sostenibilità delle produzioni, la tracciabilità e la giusta remunerazione agli imprenditori agricoli”.

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