Coldiretti Piemonte: al via la cura nell’ambito regionale degli orti familiari

La crisi economica dettata dall’emergenza sanitaria in corso fa rivalutare gli orti di “guerra”

E’ possibile fare gli agricoltori per passione coltivando appezzamenti di terreno pubblici o privati per garantirsi cibo genuino e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta. Lo rende noto Coldiretti nell’evidenziare che la riapertura nella Fase 2 è stata appena chiarita con la faq pubblicata sul sito del Governo sulle novità del DPCM del 26 aprile in vigore dal 4 maggio e confermata dalla regione Piemonte.

La crisi economica provocata dall’emergenza Coronavirus fa dunque rivalutare la funzione degli orti di “guerra” quando nelle città italiane, europee e degli Stati Uniti si diffondevano gli coltivazioni per garantire approvvigionamenti alimentari. Tra i celebri orti di guerra italiani, si ricorda la mietitura svolta in piazza Castello, centro e cuore di Torino. Ora i tempi sono cambiati, e gli orti di guerra sono stati ampiamente sostituiti da orti urbani che si sono sviluppati lungo tutta la Penisola, sia per motivi economici sia per attività di carattere sociale, di diffusione di “buone pratiche” e di educazione ambientale.

La piccola agricoltura familiare per autoconsumo – affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – in una situazione emergenziale, come quella attuale, ha una sua rilevanza, in quanto può rappresentare un’integrazione importante al bilancio familiare. Oggi non mancano casi, soprattutto tra i più giovani, di coloro che hanno scelto di acquistare terreni abbandonati per portarli a nuova vita, dando inoltre un grande contributo alla tutela ambientale e paesaggistica. E’ sempre più frequente, infatti, che i giardini e i balconi delle abitazioni diventino orti per la produzione “fai da te” di lattughe, pomodori, piante aromatiche, peperoncini, zucchine, melanzane, ma anche di piselli, fagioli e fave da raccogliere all’occorrenza. Questo è sicuramente un fattore importante determinato dalla voglia di cimentarsi e avere a disposizione sulla tavola i propri prodotti, senza dimenticare, allo stesso tempo, che la cura dell’orto ha un’importante funzione terapeutica, dal momento che aiuta a scacciare ansia e stress”.