Ambiente Asti: “Game Over? La politica si occupi di arginare fenomeni negativi per l’economia”

Riceviamo e pubblichiamo


Game over? Se vogliamo che davvero sia finita, occorre una cesura con il passato e una riflessione sul futuro.

I giornali in questi giorni hanno messo in risalto l’indagine e l’operazione Game Over su un tessuto di certo non avvezzo alla legalità, hanno parlato dei gravi comportamenti illegali, e aggiungerei morali degli arrestati, ad esempio l’usura. Non si può che essere allarmati da condotte di quel tipo.
Non siamo verginelli e sappiamo che i mondi del sotto e i mondi apparentemente legali spesso sono intrecciati, conosciamo e abbiamo frequentato alcune aree dove purtroppo ci si scontra e incrocia con tali culture. I giornali hanno poi evidenziato la partecipazione (anche con discreto successo) alla campagna elettorale in un gruppo politico di maggioranza di uno degli arrestati.
E su questo occorre una riflessione.
Nel 2017 come lista, abbiamo ripercorso per giorni le liste per capire nei, incongruenze, non volevamo candidare trafficoni, persone con affari urbanistici a scapito dell’ambiente, persone chiacchierate, persone lontane dai nostri valori morali.
Abbiamo tenuto fuori tutto ciò che poteva avere a che fare con sospetti di usura, corruzione , concussione e in odore di reati contro la legge e la morale di chi si appresta a servire le istituzioni.

Il mio gruppo inoltre non è giustizialista, ritiene che la condanna e la colpevolezza non si giudicano facilmente al primo grado. Ritiene però che se questa situazione fosse presente su reati del genere in partecipanti alla lista o sostenitori, debba essere fatta chiarezza pubblica, debba essere posta almeno la questione morale. Abbiamo scelto a scapito di voti di non avere portatori d’acqua ambigui e di utilizzare i nostri anticorpi basati sulla partecipazione per tenere fuori alcune dinamiche dalla politica.
A prescindere dai certificati penali su carichi pendenti su cui tanto discutono e speculano alcuni gruppi politici, è ciò che è stonato , distonico con la politica e il servizio alla polis che andrebbe attenzionato.
Certo che quando si candidano 1000 persone, può sfuggire qualcosa. I candidati dovrebbero in piena responsabilità dichiarare se hanno incompatibilità. Ammesso che quindi da una tale mole di candidati possa sfuggire qualcosa, di certo alla lista che per mesi lavora insieme non può certo farsi sfuggire comportamenti o meccanismi poco chiari. Una lista è fatta da una trentina di persone. Non è il certificato penale, non sono i carichi pendenti è la questione morale della politica in gioco.
A me interessa molto la questione economica e sociale e cosa questi fenomeni, che le forze dell’ordine hanno attenzionato, creano sul territorio.

Ed è per questo che mentre i giornali segnalano la cronaca, i comportamenti pare illegali e di rimando la partecipazione di uno degli arrestati a una lista, la politica non può essere silente, deve chiedere e fare almeno alcune cose:
1) un chiarimento da parte dello schieramento con cui era candidato su quale ruolo all’interno di un soggetto politico esercita ancora, se lo esercita, chi è stato accusato, arrestato per ipotesi di reato così gravi
2) una riflessione sulla modalità che vengono usate nelle selezioni dei candidati
3) una riflessione su cosa può creare distonia con l’ambito politico
4) Riflettere e essere conseguenti nel formare la rappresentanza, scegliendo cosa è virtuoso: se i voti o il rigore morale
5) dare un segnale forte e fare scelte conseguenti per azioni politiche comuni da parte di tutti gli schieramenti per prevenire, monitorare e ostacolare prassi illegali come usura, corruzione

L’allarme anche in questa fase su alcune pratiche illegali, è condiviso da molti analisti e associazioni che si battono per la legalità. Basta leggere l’appello Giusta Italia.
Soprattutto dopo questa crisi che mette in ginocchio cittadini e tessuto economico, invece di polemiche sterili sul passato, si guardi il presente e ci si attrezzi per un futuro in cui i cittadini siano al riparo da fenomeni sociali come l’usura.

Questa mia riflessione è scevra da voler fare sciacallaggio, non vuole personalizzare la questione, ma è un invito da un lato a tutte le forze politiche di dotarsi di codici etici e morali nella selezione del personale e dall’altro (cosa che mi interessa maggiormente) di intraprendere azioni politiche in sinergia con il territorio che combattano pratiche illegali nella società come l’usura. Auspico che queste vicende aprano una seria riflessione per tutti e costituiscano una modifica delle prassi nell’azione politica.

MARIO MALANDRONE
AMBIENTE ASTI