Un pannello di emozioni per non sentirsi soli: così studenti e docenti dell’Alfieri di Asti affrontano l’epidemia

Maria Stella Perrone: "Un patrimonio di testi e immagini per capire cosa provano i nostri ragazzi"

Ai nostri adolescenti mancano gli abbracci, mancano gli amici, manca la scuola. In una parola manca la normalità.

Questo quanto emerge dal “Pannello delle emozioni”, progetto digitale dell’Istituto di Istruzione Superiore Vittorio Alfieri di Asti. Un canale per esprimersi ed aprirsi, messo a disposizione dei ragazzi, che sono tra i più vulnerabili e tra quelli che più stanno patendo la situazione di chiusura e distanziamento sociale, causata dal’emergenza sanitaria.

“Ciò che veramente ha sconvolto le nostre vite si chiama Covid-19 ed è un virus che ci ha privati dei nostri affetti, della nostra libertà e soprattutto della nostra normalità” si può leggere tra i numerosi messaggi lasciati sulla piattaforma.
E ancora: “E’ un periodo difficilissimo, sofferto da noi adolescenti, nel pieno della nostra vita, in cui vorremmo sempre e solo scappare: dai problemi, dalle responsabilità, dalla paura di conoscerci davvero; ora siamo costretti a stare in casa, da soli con noi stessi, con tanto tempo libero, tutto quel tempo che prima avremmo desiderato così tanto e di cui ora non sappiamo che farcene. Mai come ora stiamo apprezzando le piccole cose, tutto ciò a cui prima nemmeno facevamo caso ora improvvisamente diventa fondamentale. Non avrei mai pensato di dirlo, ma ciò che mi manca di più è la scuola, perché andare a scuola è normalità”.

Tanta la sofferenza: “Tra le tante scoperte c’è stata anche l’indifferenza: sembra non m’importi del mondo intorno a me, né tantomeno di quello dentro di me”, ma anche la speranza e la volontà di proiettarsi in futuro più consapevole:  “Quando tutto sarà finito,perché sì finirà, per un po’ di tempo daremo vera importanza a tutte le piccole cose che ora ci mancano come non mai. Cerchiamo di ricordarcelo sempre,di vivere la nostra vita a pieno,apprezzare le persone che ci amano e che ci stanno intorno,rispettare la natura,essere felici il più possibile e non soccombere a causa delle preoccupazioni e dello stress”.

E non manca neppure l’ironia come in un fumetto che rappresenta il Coronavirus in tenuta da impiegato con valigetta 24ore che si aggira in una città vuota, preoccupato di perdere il lavoro perché in strada non c’è nessuno da contagiare, o come in una divertente descrizione delle videolezioni :“Installa meet, weschool, Google classroom, e clicca lì, e – mail, e agenda e didattica, e mappe e schemi e conference call ?? aule virtuali, ecc…mi sentite? Mi vedete? Riescono i collegamenti? La linea tiene? In poco sempre più COMPETENZE io come voi ????????che ritroveremo in questa palestra virtuale, ma reale, la palestra più grande, bella, LA VITA.”

istituto alfieri asti

“Stiamo assistendo alla nascita di un patrimonio per conoscere meglio i nostri ragazzi” commenta la dirigente scolastica Maria Stella Perrone che all’inizio dell’epidemia aveva lanciato questa idea con un messaggio vocale in cui invitava gli studenti di Liceo Classico, Artistico e Quintino Sella, a postare pensieri, immagini, disegni. Il progetto sta risultando particolarmente efficace in questo periodo di isolamento sociale e si va ad aggiungere al servizio di sportello d’ascolto.

“Durante questi giorni di clausura si sono moltiplicati i centri e gli sportelli d’ascolto online, e anche il nostro Istituto, dove esiste da molti anni un’esperienza di sportello d’ascolto consolidata, si è attrezzato e adattato per poter continuare a fornire questo servizio – spiega Perrone – La dottoressa Carelli, docente di lettere e psicologa iscritta all’Ordine, continua il supporto a distanza agli alunni e alle loro famiglie. Attraverso un costante colloquio, fatto a volte anche di brevi messaggi, di parole scritte in mail, di sfoghi in videochiamate i ragazzi possono trovare conforto, parlare liberamente ed aprirsi, alleggerendo le paure e condividendo i problemi”.

Si tratta di una comunicazione privata in un rapporto uno-a-uno. Ma l’Istituto, che si sta dimostrando all’avangardia nella Didattica a Distanza, ha voluto andare oltre e fornire, come strumento digitale aggiuntivo, il Pannello delle emozioni.

“E’ ormai diventato un patrimonio di testi e immagini inserite dagli studenti. Aiuta  ad accorciare le distanze, a tirar fuori quello che sentono, dare voce alle loro emozioni. Ogni studente mette in campo le proprie competenze e talenti e quello che più conta è che provano ad aprirsi” spiega Perrone.

Ma il pannello è una ricchezza anche per i docenti. “E’ una finestra dove possiamo trovare spunti e capire quello che i nostri ragazzi provano, ma non riescono a dire“.

Pensato inizialmente per studenti, questo strumento viene utilizzato, infine, anche dagli insegnanti, perché tutti hanno il bisogno di comunicare e di sentirsi parte di una comunità.

Scrive ad esempio un docente: “Avevamo in programma diverse iniziative formative sulla didattica e le nuove tecnologie, ma questo virus ha voluto che imparassimo nella pratica: niente lezioni teoriche senza Pc o con linee discontinue….. Esperienza quotidiana con piattaforme poco usate in precedenza e con nuovi canali… della serie ‘Ti butto in acqua e impara a nuotare!’ Ma la cosa più bella è che gli alunni in questa esperienza sono compagni di viaggio, anzi spesso sono loro guide e nostri supporti….Quindi io mi sto godendo il bello di questa esperienza di didattica ‘democratica’, in cui impariamo insieme e insieme costruiamo il sapere”.

Il progetto nato per affrontare un periodo di difficoltà rimarrà anche quando questa emergenza sarà finita.

Quello che stiamo ancora affrontando è un periodo lungo e difficile per tutti, e tutti sperano di tornare, anche gradatamente, a quella che era per noi la normalità – conclude Perrone – Questa pandemia ci ha, inevitabilmente, cambiati, quindi dovremo riacquistare ciò che ognuno ritiene essere la propria stabilità, il proprio equilibrio: in questo, e in molto altro, consiste la cosiddetta fase 2″.