Slc CGIL, Fistel CISL, Uilcom UIL: “La monetizzazione della crisi Covid-19 a danno dei lavoratori Comdata”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa emesso dalla Rsu Comdata Asti sull’attuale situazione lavorativa nell’emergenza Covid-19.


Mentre molte aziende italiane (Ferrero, Luxottica, Giovanni Rana etc.) decidono di sostenere la loro forza lavoro con incentivi e premi economici nella difficile fase emergenziale che stiamo attraversando, Comdata S.p.a, l’azienda di telecomunicazioni leader nel settore con oltre 8.000 dipendenti in Italia, di cui circa 700 nel sito di via Guerra ad Asti, 1000 ad Ivrea e 600 a Torino, sceglie di “monetizzare” la crisi da Covid-19 sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori.

Pur non avendo cessato le attività lavorative, rientrando le aziende di call center tra quelle essenziali stabilite dai provvedimenti del governo, ed avendo “remotizzato” con il lavoro agile circa la metà dei dipendenti, Comdata ha ugualmente aperto la procedura di FIS, fondo di sostegno al reddito erogato dall’Inps, fino a zero ore. Ad Asti già 323 dipendenti stanno lavorando da casa, mentre gli altri, se non impediti da malattia, immunodepressione o paura del rischio di contagiare parenti anziani o con patologie in corso, continuano il lavoro in sede.
Dal 9 marzo al 9 maggio, dunque, ogni assenza dal lavoro compresa la malattia, ogni calo di volumi dell’attività, non imputabile al lavoratore, saranno coperti dal Fondo di solidarietà, causando una notevole perdita di reddito ai dipendenti.

A nulla sono valsi i richiami dei rappresentanti sindacali della RSU Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil a ripartire i danni dell’emergenza con buonsenso consentendo ai lavoratori, dove possibile, di fruire delle ferie o dei permessi maturati e solo in seguito applicare il FIS, richiesto il 23 marzo, ma retrodatato al 9 marzo.
Quest’ultima scelta penalizza ulteriormente lavoratori e lavoratrici che erano già in malattia a quella data, annullando l’indennità che viene trasformata d’imperio in FIS secondo un’interpretazione del tutto discrezionale della circolare Inps n. 47 emessa nel 2015 in applicazione del Dlsg n. 148/2015.

A questo proposito le organizzazioni sindacali, tramite le segreterie regionali, hanno scritto una lettera al Direttore dell’Inps per richiedere se l’interpretazione di Comdata sia legittima o si profili come arbitraria.
La RSU Comdata non può che censurare le scelte di una multinazionale leader nel settore come Comdata che, nascondendosi dietro il pretestuoso e temporaneo calo di fatturato, ricorre a meschine manovre “contabili” per risparmiare qualche spicciolo ai danni dei suoi dipendenti sui quali scarica il peso della crisi di questo momento storico già così difficile.

RSU COMDATA ASTI SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL