Siccità: un altro problema per l’agricoltura già particolarmente danneggiata, l’allarme di Confagricoltura Asti

“Grano e mais tra le colture che saranno maggiormente compromesse”

Torna l’incubo siccità nelle campagne. Dopo un inverno con temperature nettamente superiori rispetto alle medie stagionali e un’assenza di precipitazioni che dura ormai da troppe settimane, la situazione sta diventando allarmante.

Sembra non esserci un momento di tregua per il comparto agricolo che, oltre alla carenza di manodopera causata dall’emergenza coronavirus, ora sta subendo le conseguenze di un noto e sempre pesante flagello. Ad Asti e provincia si cominciano purtroppo a vedere i primi effetti sulle coltivazioni e si teme per le semine primaverili.
Un problema che sta avanzando pericolosamente tanto da preoccupare anche le istituzioni pubbliche che stanno operando per la prevenzione di incendi boschivi. La scorsa settimana infatti la Regione Piemonte ha dichiarato lo stato di massima pericolosità su tutto il territorio piemontese, sulla base dei dati forniti da Arpa Piemonte.

Confagricoltura Asti lancia un accorato allarme affermando che “l’assenza di piogge che sta inasprendo il problema della siccità, sta causando anche forti ripercussioni sulla portata di laghi e fiumi”, mentre gli agricoltori astigiani sono stati ulteriormente beffati in quanto le semine autunnali compromesse dalle alluvioni di ottobre e novembre, sono state rimandate in questi mesi.
Sono in corso le semine del mais, ma il terreno è particolarmente asciutto; se non avverranno precipitazioni nelle prossime settimane, ci saranno problemi nella germinazione dei semi e i trattamenti erbicidi saranno inefficaci, compromettendo la coltura”, afferma Enrico Masenga, consulente tecnico specialistico di Confagricoltura Asti. “E’ durante il periodo primaverile – fine marzo e primi di aprile – che sul nostro territorio si concentrano le piogge utili all’accumulo delle riserve idriche che verranno utilizzate dalle coltivazioni in estate. Se le perturbazioni, consistenti e prolungate, tarderanno ad arrivare, le colture riscontreranno parecchie difficoltà nella stagione estiva”.

“Anche il grano che non è particolarmente esigente di acqua – conclude Masenga – sta mostrando i primi segni di stress: lo sviluppo è rallentato dalla scarsa disponibilità idrica che rende difficoltoso l’assorbimento dell’azoto dal terreno e lo sviluppo delle piante”.