Lettere al direttore

“Non prendiamoci in giro per favore, il COVID-19 è un mostro, è stato gestito male, ma le armi non c’erano più”

Riceviamo e pubblichiamo


Era inevitabile, “passata la festa gabbato lo santo” o, forse, sarebbe meglio dire “passata la pandemia grazie ai Sanitari e chi si è visto si è visto”.
Il problema è che la pandemia non è ancora passata, i Sanitari sono ancora in prima linea e la politica (quella con la p minuscola) torna già a rivendicare il palcoscenico.

È bastato un servizio giornalistico (quello di Report) per ridar fiato alle trombe, anche se avvisaglie si erano viste nei giorni scorsi.
Ora, che qualcosa non abbia funzionato in Italia ed in Piemonte è evidente a tutti.
Non serviva una trasmissione più o meno di parte (il che in questa situazione è irrilevante) per scoprirlo.
Non ha funzionato il Sistema Sanitario, non ha funzionato il sistema amministrativo, non ha funzionato (ma non è una novità) la politica a tutti i livelli.

“Non eravamo preparati ad una tragedia del genere”, replicherà qualcuno. Vero.
Assolutamente vero.
Ma ciò non toglie le colpe, non cancella gli errori, non giustifica l’incompetenza. Chi ha preso decisioni le ha prese perché ne aveva l’onere e l’onore.
Perché lì, a decidere, è stato posto da un voto o da una nomina conseguente ad un voto.
Perché chi nomina, chi sceglie l’esperto, è pur sempre votato dai cittadini, che a lui rimettono le decisioni per il bene collettivo e delle stesse deve, giustamente, poi renderne conto.
E che errori ci siano stati è palese. Non nascondiamoci dietro ad un dito.

Basta chiedere a quelli che in prima linea, i Sanitari, si sono trovati a combattere una guerra priva di armi.
Basta chiedere ad un medico di famiglia quali risposte ha ricevuto alla richiesta di un tampone per la possibile positività di un suo paziente.
Invero, l’ho sperimentato sulla mia pelle.
Basta chiedere quando sono arrivati ai Sanitari, ospedalieri e non, i DPI (mascherine e guanti) e chi li abbia comprati (per i medici di base? Loro, con i loro soldi).
Basta pensare alla decisione di inviare i “guariti” nelle RSA per la degenza. “Abbiamo seguito le linee guida”.

Si va bene, ma chi le ha scritte?
Chi ha verificato se le RSA erano idonee? E si potrebbe andare aventi ore.
Però, c’è un però.
Però chi oggi lancia la pietra dovrebbe domandarsi se è immune da responsabilità.
Se era tra quelli che andava a prendere l’aperitivo in centro “perché la vita non si ferma e non c’è nessun pericolo”.
Se negli ultimi 20 anni di demolizione del Servizio Sanitario Nazionale ha fatto qualcosa.
Se non era tra quelli che volevano chiudere i reparti del Cardinal Massaia, nella logica del “quadrante con Alessandria” (permettetemi un grazie a chi per anni e ancora oggi in Consiglio Comunale si è battuto e si batte contro questa follia).
Se l’unico obiettivo della sua azione amministrativa era tagliare la spesa sanitaria e, quindi, favorire il privato (perché se tolgo servizi pubblici e li sposto a chilometri di distanza, dove pensate che vadano i cittadini?).
Se era tra quelli che “Nei prossimi 5 anni mancheranno 45 mila medici di base, ma chi va più dal medico di base, senza offesa per i professionisti qui presenti?” e che era pronto a sostenerne l’abolizione in Parlamento.

Perché è facile oggi criticare, ma se eravamo impreparati di chi è la colpa?
Non prendiamoci in giro per favore, il COVID-19 è un mostro, è stato gestito male, ma le armi non c’erano più.
Ad inizio dell’emergenza mi ero ripromesso di tacere. Di non dar adito a polemiche.
Di non fare politica (sempre quella con la p minuscola).
Ho apprezzato e apprezzo i miei Colleghi consiglieri, di maggioranza e minoranza, la Giunta ed il Sindaco per la disponibilità, la correttezza ed il comportamento collaborativo che tutti hanno avuto. Per la buona Politica (quella con la P maiuscola).
Ora, però, non sprechiamo tutto sull’altare della propaganda. Non dimentichiamo cos’è stato e cos’ancora è in corso.
Continuiamo a fare Politica.
Torno a tacere, in fin dei conti a loro, i veri eroi (i Sanitari) le mie parole non servono. Gli basta un grazie.
Di cuore.

Avv. Federico Garrone