Istituto Giobert, al via da oggi la consegna dei notebook agli studenti

L'obiettivo è: a settembre tutti con il personal a casa

È iniziata quest’oggi, lunedì 27 aprile, al Giobert di Asti la consegna dei Notebook in comodato d’uso agli studenti che hanno fatto domanda, acquistati dall’istituto superiore guidato dalla Dirigente Patrizia Ferrero attraverso l’utilizzo di fondi ministeriali specifici previsti dai decreti relativi all’emergenza sanitaria.

Le attrezzature in comodato d’uso sono destinate a quegli studenti che non possiedono un device personale a casa per affrontare la didattica a distanza degli ultimi mesi.

L’iniziativa di comodato d’uso ha avuto successo, ma non ha esaurito le disponibilità di macchine, probabilmente perché i fondi sono arrivati dopo due mesi di didattica a distanza e molti ragazzi in difficoltà perché senza personal computer (l’8% nell’Istituto) hanno trovato nel frattempo modalità alternative per far fronte ai loro impegni.

Ma i dispositivi acquisiti restano e si sommano alla cifra che il Consiglio di Istituto ha autonomamente stanziato.

L’obiettivo è: a settembre tutti con il personal a casa. Un obiettivo importante se si pensa che il distanziamento imposto dalla pandemia si dovrà coniugare a settembre con il rientro fisico degli studenti e dei docenti e, quindi, si dovranno ripensare gli spazi e l’organizzazione delle persone negli spazi, ma anche gli orari e la ridistribuzione della frequenza.

È più che probabile che la didattica a distanza rimarrà come nuovo patrimonio stabile e si alternerà a quella che si chiama già DIP (didattica in presenza).

Al Giobert lo staff che si occupa di sicurezza ha già frequentato un seminario intensivo sulle misure di protezione collettiva, dalle mascherine più adatte ad ogni esigenza ai rilevatori di temperatura, mentre lo staff di direzione già sta ragionando sul distanziamento e sulla nuova “architettura” degli spazi e degli apprendimenti, uno scenario su cui lavorare da subito e da realizzare entro l’estate.

«Non si tratta di semplici problemi logistici – commenta la Dirigente Patrizia Ferrero – perché flessibilità e distanziamento sociale diventeranno un modo di ripensare tutti i rapporti, e quello che si chiama oggi il layout di un’aula o di un laboratorio non sarà una semplice collocazione di arredi, più o meno anonimi o colorati, ma un’architettura dell’apprendimento che tiene conto non solo di quanti sono i ragazzi in aula oggi, ma anche da come e da che cosa stanno imparando».