Inchiesta Report, NurSind Asti risponde ai commenti del sindaco e del commissario dell’Asl-At

Il sindacato chiede le dimissioni del Responsabile del servizio prevenzione e protezione

Dopo l’inchiesta “Il pasticcio piemontese” realizzata da Report e le reazioni espresse da più parti in seguito al servizio andato in onda lunedì sera su Rai3, anche il Nursind è intervenuto nel dibattito.

“L’intervista realizzata al segretario territoriale Gabriele Montana non è stata trasmessa in maniera integrale, ma solo in parte naturalmente per una scelta della Rai, vincolata al rispetto dei tempi televisivi – inizia a chiarire in una nota stampa il sindacato delle professioni infermieristiche – Nell’intervento completo del portavoce del NurSind Asti, infatti, il problema della sicurezza degli operatori che lavorano al Cardinal Massaia era stato affrontato a 360 gradi ed era stato sottolineato il mancato rispetto da parte dell’Azienda Ospedaliera del Decreto legislativo 81/2008 sulla Sicurezza sul Lavoro. In particolare, si evidenziavano le carenze presenti nei reparti Covid, privi di un’adeguata zona filtro e senza ambienti a pressione negativa, tali cioè da impedire il passaggio di agenti infettivi dall’interno all’esterno.”

Lo scorso 10 aprile NurSind Asti, per evidenziare queste carenze, aveva indirizzato alla Procura astigiana un esposto , documento che nei giorni scorsi è stato inoltrato anche allo Spresal di Alba. “Ad oggi non abbiamo ancora avuto risposte – afferma lo stesso Montana – ma siamo sicuri che si stanno effettuando le opportune verifiche. Gli approfondimenti della Magistratura faranno il loro corso, per parte nostra confidiamo in pronti interventi affinché la situazione dell’Ospedale di Asti possa garantire la sicurezza e l’operato quotidiano dei tanti lavoratori del Cardinal Massaia”.

RISPOSTA ALLE DICHIARAZIONI DELLE ISTITUZIONI

Gabriele Montana si dice, inoltre, sorpreso delle dichiarazioni rilasciate dal Commissario dell’Asl-At Messori Ioli (per leggerle clicca QUI). “Non è assolutamente vero che i sacchetti del Pronto Soccorso in cui si fa riferimento nel servizio sono stati messi dai colleghi infermieri per evitare il passaggio di fogli di carte, tant’è che il gruppo infermieristico del reparto era assolutamente contrario al posizionamento di quei sacchetti e lo aveva dimostrato riferendo al primario che la cosa, se attuata, sarebbe stata denunciata nelle opportune sedi competenti. Così è stato fatto con la presentazione dell’esposto in Procura.

“Rattrista sapere che il Commissario dell’Asl-At, in quanto organo di vertice dell’Azienda, non sia ben informato sul numero dei contagi presenti tra i lavoratori dell’Azienda e ci dispiace che la responsabilità per il posizionamento di quei sacchetti in pronto soccorso siano state scaricate sull’ufficio tecnico: vogliamo ricordare che in realtà le responsabilità sono in capo alla direzione generale” .

Nel suo quotidiano video serale online alla popolazione, anche il sindaco Maurizio Rasero aveva voluto commentare il servizio realizzato da Report definendolo come “di parte e costruito”, esprimendo perplessità sul numero di operatori contagiati comunicato dal NurSind di Asti e sul reale scopo di quei sacchetti posizionati in pronto soccorso (leggi QUI).

“Al primo cittadino – proseguono dal NurSind Asti – vogliamo dire che se mette in dubbio i nostri dati ed i fatti che il servizio di Report ha mostrato e reso pubblici è sempre libero di venire in ospedale e verificare di persona, oltre al fatto che potrebbe chiedere all’Asl i dati dei contagi tra gli operatori alla data del 24 aprile. Potrebbe essere la maniera migliore per apprendere in prima persona la realtà di dati che evidentemente non conosce, al di là dello scarso gradimento che ha dichiarato di avere verso il programma televisivo che li ha riportati”.

Gabriele Montana segretario territoriale Nursind di Asti

RICHIESTA DI DIMISSIONI

Il sindacato non si ferma a ribattere alle dichiarazioni delle istituzioni, ma sul discorso della mancata sicurezza sul lavoro, arriva addirittura a chiedere le dimissioni del Responsabile del servizio prevenzione e protezione (Rspp), Andrea Cane.

“Un Rspp non può fornire risposte pubbliche così superficiali ed evasive come quelle fornite nel servizio di Report” afferma Gabriele Montana del NurSind di Asti.

“Ci chiediamo peraltro – prosegue Montana – come il dottor Cane possa garantire un servizio efficace e tempestivo in un momento di tale difficoltà ed emergenza quando riveste nello stesso momento anche il ruolo di Rspp presso l’Asl di Alessandria ed il ruolo di Responsabile anti incendio, sempre ad Alessandria, e quando il suo contratto prevede per l’Asl di Asti un servizio limitato a 7 ore settimanali”.

RICONOSCIMENTO DEL LAVORO DEGLI OPERATORI ASL

Il sindacato infine vuole sottolineare l’apprezzamento per il lavoro degli operatori sanitari.

“Ai direttori dei Dipartimenti Ospedalieri, Barbero, Feyles, Scaglione e Sorisio, invece, vogliamo sottolineare che l’inchiesta di Report non ha certamente denigrato l’operato degli operatori dell’Asl-At, che hanno reagito in maniera da tutti riconosciuta esemplare. Semmai ha fatto luce sulle persone che non hanno compiuto in modo corretto il proprio lavoro, mettendo a rischio la salute di molti”.

“Proprio per il giusto rispetto di queste persone che lavorano notte e giorno per salvare vite umane è necessario individuare i responsabili che hanno fatto sì che questi dipendenti non operassero in sicurezza in una situazione d’estremo pericolo”conclude Montana.