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Comunicare la Bellezza: il Castello di Moncucco Torinese

Lungo il confine tra le Province di Asti e di Torino, collocato su un’altura da cui da novecento anni domina le campagne circostanti, il castello di Moncucco Torinese costituisce una delle più straordinarie testimonianze storico-artistiche del nostro territorio.
La zona di Moncucco venne probabilmente colonizzata in epoca romana, cui risalgono i reperti più antichi, anche se l’attuale impianto urbanistico è di origine medievale. La prima testimonianza dell’esistenza del castello risale a un documento del 1164, nel quale l’imperatore Federico Barbarossa attestava la presenza di “Montecuch” tra i possedimenti dell’allora Marchese del Monferrato Guglielmo V. Nel ‘200 il castello diede i natali al cavaliere templare Jacopo di Moncucco, ultimo a ricoprire la carica di Gran Precettore d’Italia dell’Ordine del Tempio prima della soppressione dell’ordine stesso.

Dopo alterne vicende il feudo passò prima sotto il controllo di Chieri e poi, nuovamente, del Monferrato. Nel 1631, a seguito del Trattato di Cherasco, entrò infine a far parte del Ducato di Savoia. A partire dal XV secolo la gestione del castello venne ripartita tra diverse famiglie piemontesi, fino a che, nel 1794, Tommaso Solaro di Govone ne divenne l’unico proprietario. Il maniero venne infine venduto al Comune nel 1855.
Poco rimane della struttura originaria del castello: l’aspetto attuale è il risultato delle modifiche subite nel XIV e nel XV secolo e degli ampliamenti effettuati tra il ‘700 e l’800. Circondata da solide mura, la fortezza presenta una pianta irregolare, suddivisa in due maniche, da cui svettano due imponenti torri: la prima di raccordo fra le due ali, la seconda lungo una fiancata. La facciata settentrionale presenta ancora tracce dell’originaria struttura medievale. Dalla sua altura, il maniero offre la vista delle colline del Monferrato, delle campagne torinesi e del Piemonte meridionale.
Su un bastione esterno al castello sorge la parrocchiale, di origini antichissime ma completamente ristrutturata nell’800, al cui interno trova posto un altare realizzato da Filippo Juvarra.

Significativa all’interno dell’edificio è la presenza la presenza di numerose decorazioni in gesso, tra le quali spiccano i ritratti dei coniugi Tommasina Solaro e Luigi Melano di Portula, ultimi proprietari del castello; ciò è da ricondursi alla vasta presenza di cave di gesso nelle aree circostanti, sorte a partire dal ‘600. In gesso sono stati realizzati anche i soffitti di diverse stanze, secondo uno schema particolarmente in voga nel Monferrato tra il XVI e il XIX secolo.

Ad oggi il castello, sede del Comune di Moncucco, ospita numerosi eventi pubblici e privati ed è sede del Museo del Gesso, custode di una rinomata collezione permanente e importante luogo di promozione dell’arte contemporanea. L’edificio fa inoltre parte del circuito “Castelli Aperti”.

A Moncucco è ancora in funzione uno degli ultimi mulini a pietra del Piemonte, produttore di farine richiestissime per la produzione di pane e dolci. Il paese è inoltre rinomato per la produzione di Freisa d’Asti e Malvasia di Castelnuovo don Bosco.

Alberto Barbirato


Si ringrazia per il supporto di “Comunicare la Bellezza II”

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