Coldiretti Piemonte: a rischio cibo e sicurezza stradale con fauna selvatica incontrollata

SOS per i trasporti e danni nei campi

Solo qualche giorno fa un capriolo ha mandato fuori strada una vettura di un medico che stava percorrendo l’autostrada A6 Torino-Savona. E’ una delle ultime notizie di questo genere che testimonia come cinghiali, caprioli e in generale animali selvatici si stiano sempre di più avvicinando ai centri abitati tanto che circolano vari filmati che riportano proprio l’arrivo di intere famiglie di cinghiali alle porte delle città, oltre che nei campi.

A livello nazionale, infatti, con l’emergenza coronavirus salgono a oltre due milioni i cinghiali che circolano senza freni per campagne e città danneggiando i raccolti e mettendo a rischio la sicurezza stradale ed il Piemonte è sicuramente tra le realtà più colpite, da nord a sud della regione.

“Con meno gente a presidiare i territori e lo stop alla caccia di selezione, ad essere messa a rischio è la sicurezza di chi, in questo periodo, trasporta i generi alimentari, ma anche i malati e di chi presta soccorso, pensiamo ad esempio alle ambulanze – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. Già in Piemonte negli ultimi 6 anni si sono registrati 7.000 incidenti causati dalla fauna selvatica con una media pari a circa 1.200 incidenti l’anno, ma con questa situazione la tendenza ad aumentare. Con il proliferare senza controllo della fauna selvatica, diventa pericoloso circolare e se gli incidenti stradali sono diminuiti è solo perché, al momento, con le disposizioni che dobbiamo seguire, c’è meno gente in giro, ma non appena si tornerà alla normalità la problematica aumenterà notevolmente. In questa situazione, ovviamente, i danni nei vigneti e nei campi sono elevati: quanto appena seminato diventa un ottimo pasto per i cinghiali. Per questo chiediamo che gli enti competenti siano celeri nell’accertamento dei danni semplificando il più possibile le procedure e consentendo, così, agli imprenditori di poter mandare avanti l’attività agricola in un momento particolarmente delicato come questo. Serve, dunque, che si mettano in atto misure straordinarie perché questa situazione può arrecare ulteriori problemi sanitari che si andrebbero a sommare a quelli già in atto in questa difficile fase”.