Stop alla violenza, gli oggetti che aiutano le donne: La scatola di fazzoletti dell’Orecchio di Venere

Ci sono oggetti molto semplici con cui abbiamo a che fare tutti i giorni che passano quasi inosservati, ma se messi in determinati posti assumono un significato fondamentale per chi se li trova di fronte.

Riproponiamo il percorso fatto di cinque tappa, una per ogni oggetto, che proveranno a farci capire cosa possano significare questi oggetti per una donna che ha subito violenze da parte del marito, del fidanzato o del compagno e che si è rivolta a qualcuno che può aiutarla.

Partiamo con un oggetto semplicissimo che le donne che si recano al Centro Antiviolenza Orecchio di Venere di Asti trovano sempre sul tavolo dove vengono ricevuta dal personale: una scatola di fazzoletti.

La scatola di fazzoletti dell’Orecchio di Venere

Dalla scatola di legno chiaro i fazzoletti di carta si sfilano ad uno ad uno, come ad uno ad uno i pensieri dolorosi si levano dal cuore delle donne.

La scatola è sempre lì, sulla scrivania a cui siedono vittime di violenza assai spesso piegate dai soprusi di chi le conosce bene: marito, compagno, fidanzato.

Dall’altra parte della scrivania l’operatrice dell’Orecchio di Venere ci metterà, ancora una volta, tutto il proprio sentire e l’esperienza affinché la sua interlocutrice possa essere, quanto più possibile, a suo agio.

Ci sono molte ragioni per cui la donna decide di rivolgersi al centro antiviolenza: denunciare un maltrattamento o uno stupro, chiedere aiuto, avere un consiglio, disegnare insieme il percorso di uscita da un’ingiustizia che, per tante vittime, si protrae già da lunghi anni.

Si sentono spesso sole queste donne, quasi vinte. Raccontare non è mai facile e anche ammettere le proprie paure o debolezze. Alcune spiegano di essere lì per avere informazioni su un problema che riguarda una loro conoscente… La vergogna rende ancora più caro il prezzo della sofferenza.

Le operatrici del centro antiviolenza non giudicano. Spiegano che i segreti vanno lasciati in mani sicure. Il segreto di qualcosa di orribile da cui bisogna provare a uscire, cominciando a parlarne insieme.

C’è quella piccola scatola di fazzoletti che attende. “Qui può piangere, signora, anche questo aiuta”.

Spesso è proprio con il pianto che le donne cominciano a parlare, o sono sollecitate a farlo, e a tirare fuori sentimenti che hanno il peso delle pietre sul cuore: l’umiliazione, la rabbia, la paura. Il pianto è esso stesso un racconto, un’ammissione, lacrime che lavano le ferite.
E adesso che una breccia si è aperta vengono le parole.
Le parole di chi ha bisogno di aiuto e di chi è lì pronta a darglielo.
Il primo momento davvero condiviso fra loro.
I fazzoletti nelle mani delle donne sono un panno caldo sul cuore.

www.sos-donna.it percorsi attivi contro la violenza ad Asti