Salvatore Pafundi (FIM CISL): “Tra i lavoratori c’è tanta paura. Bisogna assumersi una grande responsabilità e fermare tutto”

Intervista a Salvatore Pafundi, Segretario Generale Fim-Cisl Alessandria-Asti.

A causa dell’emergenza sanitaria, la situazione del comparto metalmeccanico del territorio astigiano, come molti altri settori economici, sta vivendo una situazione estremamente difficile e complicata, “dettata giustamente da incertezza di lavoratori e lavoratrici che sentono che non bisogna uscire di casa ma loro sono costretti ad andare a lavorare. C’è una paura diffusa da parte di tutti, com’è giusto che sia.” – è quanto spiega ad ATnews Salvatore Pafundi, Segretario Generale Fim-Cisl Alessandria-Asti.

Con lui abbiamo delineato un quadro della situazione nelle aziende metalmeccaniche astigiane.

Com’è la situazione?
“Per quanto riguarda il monitoraggio, stiamo facendo da dieci giorni un lavoro certosino in tutte le realtà produttive, soprattutto in quelle realtà in cui siamo presenti come organizzazioni sindacali. – illustra Pafundi – C’è un impegno costante da parte di tutte le RSU e di questo le ringrazio veramente di cuore, perché non è semplice gestire situazioni così difficili, complicate e che non erano mai capitate. Le RSU quotidianamente si interfacciano con le persone e il loro lavoro è encomiabile. Dove siamo presenti, grazie al Protocollo sottoscritto da CGIL, CSIL e UIL la settimana scorsa, siamo riusciti a costituire un tavolo sulla sicurezza, dove c’è la presenza nostra, quella degli RLS, degli RSPP aziendali e della Direzione Aziendale, un tavolo attraverso cui si monitora la situazione giorno dopo giorno, se vengono attuate le procedure essenziali per la sicurezza di tutti i lavoratori, come la sanificazione, la distanza di sicurezza, le mascherine, la gestione delle mense, la gestione delle entrate e delle uscite dei lavoratori.”

E dove non sono presenti rappresentanze sindacali? Come fate a monitorare la situazione?
“Dove non siamo presenti purtroppo non riusciamo a tenere tutto sotto controllo come nelle realtà in cui ci siamo, abbiamo avuto qualche segnalazione da parte di dipendenti di realtà più piccole, e siamo riusciti, grazie alla loro collaborazione, a gestire la situazione.”

Cosa prevede, alla luce di quanto sta accadendo, per le prossime settimane? Le aziende riusciranno a continuare la loro attività?
“Il tasso di assenteismo è molto elevato, ci sono arrivate una miriade di richieste di cassa integrazione e quindi credo che le realtà che continueranno ad essere aperte saranno poche, sia per l’assenza dei dipendenti marcata, superiore al 50%, sia perché stanno iniziando a scarseggiare gli approvigionamenti e quindi si fa fatica a portare avanti le produzioni, sia perché i clienti stanno iniziando a chiudere a loro volta, per cui mi immagino che dall’inizio della prossima settimana saranno molto poche le realtà aperte.

Questo è il nostro ruolo e questo è ciò che cercheremo di portare avanti. Credo che bisogna assumersi una grande responsabilità e fermare tutto, perché man mano che passano i giorni diventa sempre più complicata da gestire, sia per l’attività di monitoraggio, sia per l’andamento produttivo. Siamo in costante contatto con le RSU e con le Istituzioni per analizzare insieme l’evoluzione della situazione.”