Lettera aperta di OPI Asti: “Voi #restateacasa… Al resto pensiamo noi”

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Riceviamo e pubblichiamo

Voglio andare subito al punto: in questo periodo storico senza precedenti, rappresentare gli infermieri è un onore particolarmente importante, perché come non mai la categoria (assieme alle altre figure coinvolte nell’emergenza: in primis gli altri professionisti sanitari, che oggi sentiamo ancora più vicini) si è dimostrata pronta a raccogliere le sfide che comporta il prendersi carico della salute dei cittadini. Non importa quanto sia difficile, impegnativo, oneroso o perfino rischioso: gli infermieri hanno risposto con eccezionale professionalità e senso del dovere alla chiamata da parte del sistema salute, che si sta rivelando ad ogni livello all’altezza della situazione.

Il nostro caro, prezioso, inestimabile Sistema Sanitario Nazionale si è dimostrato, ancora una volta, il vero cardine su cui ruota l’intero Paese; un’istituzione tanto vituperata in “tempo di pace” – vista sempre più come una grande borsa da cui attingere – che in questo periodo difficile dimostra con benevola prepotenza quello che abbiamo perso di vista nella quotidianità, ovvero che, in qualsiasi momento della nostra vita, il SSN è lì, con i suoi professionisti, le sue attrezzature, le sue infrastrutture, i suoi servizi.

La riflessione che nasce è semplice: anche nella nostra Asti, ci ricorderemo di questa emergenza e di come gli infermieri siano stati la prima, fiera, competente linea di difesa contro il virus? Quando l’ombra del Covid-19 si farà piccola, quando non incuterà più smodato timore, quando torneremo ad abbracciare i nostri cari e festeggeremo il “ritorno alla normalità” per le strade della nostra splendida città, sapremo prenderci cura del SSN come lui si è preso cura di noi? Quando le spese giustificatamente esorbitanti sostenute in questo periodo di crisi torneranno a chiedere il conto, sapremo supportare questo esercito di straordinari professionisti?

Mentre #restateacasa e seguite le preziosissime indicazioni delle istituzioni, pensate a come restituire il favore a questa splendida entità, così meravigliosamente astratta ma popolata da persone reali, tangibili quanto lo sono i segni lasciati dalle mascherine sui loro volti, le loro mani rovinate dai guanti e dal gel disinfettante, i loro sguardi stanchi ma sempre attenti. Pensateci, io nel frattempo vi dò alcuni spunti.

Ai cittadini, noi infermieri non chiediamo molto. Ci basta un utilizzo ponderato del Pronto Soccorso e dei servizi di emergenza, il rispetto verso gli operatori sanitari e le loro indicazioni, un po’ di collaborazione quando viene chiesto di attendere il proprio turno, l’osservanza dei regolamenti ospedalieri. Non esigiamo regali, ci accontentiamo di quanto già prevede la legge. Poco, vero?

Dalle istituzioni ci aspettiamo altrettanta correttezza, per permetterci di erogare la migliore assistenza possibile ai cittadini. Il Piemonte, dati del Ministero dell’Economia alla mano, è in difetto di 3.795 infermieri rispetto al numero previsto dall’OMS; tale numero, secondo gli studi più recenti, implica un rischio di mortalità per i pazienti maggiore mediamente del 30-35%: senza infermieri si muore di più, e questo non lo possiamo accettare.

In questi giorni, in molti ci state chiamando angeli; ciò ci lusinga e ci riempie di orgoglio, ma non vogliamo essere riveriti come eroi in tempo di guerra: preferiamo essere rispettati come professionisti anche in tempo di pace.
Ricordatevi di noi infermieri, perché noi non ci siamo mai dimenticati di voi, e potete essere certi che mai lo faremo.

Alberto Campagnolo
Presidente Ordine delle
Professioni Infermieristiche Asti

 

Foto di repertorio fonte www.pixabay.com

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