Emergenza covid-19: il pianeta carcere alle prese con il virus e con le limitazioni per la prevenzione del rischio contagio

Anche in Piemonte i garanti al lavoro per salvaguardare la salute dei ristretti.

Oggi il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà, Mauro Palma, ha rivolto un accorato appello ai detenuti: «Le misure restrittive adottate per contenere il dilagare dell’epidemia pongono, tra le altre, anche una grande difficoltà ai detenuti perché non potranno ricevere le visite dei propri congiunti». Lo dichiara Palma che si parla direttamente alla popolazione detenuta: «Mi rivolgo proprio a voi detenuti per dirvi che capisco la vostra contrarietà, ma vi assicuro che si stanno ampliando tutte le possibilità di comunicazione con i vostri cari, anche dotando gli istituti di telefoni cellulari disponibili, oltre che di mezzi per la comunicazione video. Tutti noi garanti, nazionale e locali, controlleremo che queste possibilità siano effettive. E siamo disponibili a spiegare negli Istituti che questa situazione è una necessità per difendere la salute di tutti: la vostra, quella dei vostri cari e di chi in carcere lavora e anche di tutti noi».

Dichiarazione di Bruno Mellano, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Piemonte: “Anche in Piemonte la rete dei Garanti comunali e regionale è più che mai attiva nella tutela dei diritti e della dignità degli odierni 4.687 detenuti, ma oggi in primo luogo è in gioco la salvaguardia della salute della comunità penitenziaria nel suo complesso e nel suo rapporto con il tessuto sociale esterno. In un momento in cui siamo tutti un po’ prigionieri e lontani dai nostri cari, forse anche l’opinione pubblica può capire quanto siano pesanti i vincoli ulteriori che pesano in questi giorni su chi è ristretto in carcere. Domani è prevista una riunione (digitale) del Coordinamento piemontese dei Garanti e lunedì saremo al fianco dei Direttori di carcere per condividere la difficoltà del momento nelle interlocuzioni necessarie con la popolazione detenuta. Ribadisco quanto sia necessaria una spinta innovativa anche da parte della Magistratura di Sorveglianza piemontese: occorre far uscire il prima possibile dal carcere – per l’esecuzione penale esterna – i detenuti anziani, malati e con pluripatologie gravi a rischio vita”.

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