Grande partecipazione al CPIA di Asti per l’iniziativa “Da donna a donna… Ponti di cooperazione tra Piemonte e Senegal”

“Avanzi maestosa, più che regina, e nei tuoi occhi riflessa sta una forza a te solo conosciuta…”, inizia con una poesia dedicata alle donne africane e recitata da Anna Mastino l’iniziativa “Da donna a donna… Ponti di cooperazione tra Piemonte e Senegal” svoltasi presso il CPIA, nella galleria Don Andrea Gallo, venerdì 31 gennaio.

A fare da moderatore è Cesare Quaglia, volontario del Comitato Pavia Asti Senegal, che fin dalla nascita della cooperazione tra Asti e Koubalan (Casamance), circa 15 anni fa, ne segue gli sviluppi.
Davide Bosso, dirigente del CPIA di Asti (partner del progetto), ha fatto gli onori di casa dando il benvenuto: “Come molti voi sanno siamo una scuola, ma abbiamo una vocazione come centro interculturale. A me piace molto il titolo di questa serata, la parola ponte per noi è una parola chiave: i ponti interculturali e linguistici che fanno parte della nostra vocazione. E il tema delle donne è per noi fondamentale lo testimonia questa settimana di iniziative al CPIA dedicate alle donne “.

Cesare Quaglia ha poi dato la parola all’assessore Mariangela Cotto, il progetto è un progetto di cooperazione decentrata del Comune di Asti.
L’assessore Mariangela Cotto ha ribadito l’importanza di conoscere la cultura di tutte le comunità presenti sul territorio, ha ricordato che ci sono 103 nazionalità ad Asti, tra le quali quella senegalese.
L’assessore Cotto ha ribadito con orgoglio l’importanza di questo progetto: “Sono qui come Comune di Asti, perché abbiamo deciso di continuare l’attività di un progetto che era iniziato tanto tempo fa. Io poi ero Assessore Regionale quando si è iniziato il lavoro della cooperazione decentrata, proprio perché va rafforzata la cultura della cooperazione. Questa cultura deve diventare un patrimonio di noi tutti, rafforzando i legami cooperando insieme. Abbiamo pensato questo progetto per rafforzare le donne contadine e sappiamo come l’agricoltura sia importante qui e in Senegal. Sono più di trecento le donne che sono state formate. Inoltre abbiamo una splendida collaborazione con l’ASIAP, stiamo lavorando anche su una maternità. Stiamo dando concretezza qui e in Casamance, proprio come veniva recitato nella poesia che ha dato il via alla serata”.

serata cpia su senegal

Idrissa Gueye di ASIAP ha ricordato tutte le iniziative che l’associazione dei senegalesi stanno portando avanti ad Asti e in Senegal tra la Casamance e il recente nuovo progetto della maternità.
Cesare Quaglia di CPAS ha ricordato la nascita dei progetti nel 2006, progetti relativi all’agricoltura, alla sanità e alla formazione: “Il Senegal significa anche “la nostra piroga”, quindi il remare insieme richiama la convivialità, il cooperare, la solidarietà. Negli ultimi anni con i bandi finanziati della Regione Piemonte, di partenariato Piemonte Africa abbiamo sviluppato progetti n Casamance la regione a sud del Senegal. La Casamance è una terra molto verde, ricca di biodiversità. Una terra di confine tra fiume, oceano, foresta e con zone di pianura agricole. Il tema strategico di queste attività di cooperazione è l’eco-sostenibilità. L’agricoltura è l’attività più importante, l’interesse dei partner locali KDES (espressione della società civile locale) è uno sviluppo eco sostenibile. Il tema dei cambiamenti climatici che ci riguarda anche in Piemonte, è un tema che si affronta anche in Casamance. Questi cambiamenti incidono sull’agricoltura, i Diola coltivano prevalentemente riso e i cambiamenti climatici ovviamente influiscono sui raccolti. L’altro tema centrale è il tema dei diritti e in particolare per questo progetto quelli delle donne. Ad esempio nelle risaie per sollevarle dal lavoro faticoso, assieme ai coltivatori locali abbiamo scelto una piccola meccanizzazione dei lavori nei campi e la formazione relativa di giovani. Sempre confrontandoci con i partner di Koubalan abbiamo sviluppato un progetto di formazione per produrre cibo in modo eco-sostenibile, formando le donne per realizzare orti e rafforzare l’economia famigliare.

Coltivare meglio il proprio orto, vuol dire per la comunità sviluppare una economia famigliare che ha un effetto benefico per la scolarizzazione e per i bambini. Attraverso questi percorsi si sono formate circa 300 donne sia a livello agricolo, che nel promuovere il piccolo commercio dei prodotti. Attraverso il microcredito è stato possibile innescare un meccanismo virtuoso che coinvolge formazione, agricoltura, istruzione e sanità.”

serata cpia su senegal

Sul progetto sono state presentate foto e video mandate dal partner senegalese KDES e da CPAS, dei percorsi formativi delle donne, dai corsi, agli orti didattici.
Aida Diop che è originaria della Casamance, ha parlato del ruolo importante che ha avuto la scuola il CPIA al suo arrivo in Italia circa 17 anni fa. Ha poi raccontato come promuovano le donne promuovano l’apprendimento della lingua italiana all’interno della comunità sengalese.
Aida ha poi narrato la sua testimonianza di donna cresciuta nella capitale Dakar, ma che tornava in Casamance in estate e ha spiegato l’importanza del riso per la cultura Diola, il loro ruolo in agricoltura.
Ha poi testimoniato l’impegno che le donne senegalesi portano avanti all’interno di ASIAP, da ormai 5 anni la commissione di cui Aida è presidente promuove partecipazione e il microcredito tra donne, un’attività iniziata con pochi euro al mese e che oggi è un’esperienza virtuosa.
A testimoniare un’esperienza recente è stata l’insegnante Anna Mastino, che a gennaio è stata in Senegal e a Koubalan nel villaggio di Koubanaou.

serata cpia su senegal

Anna Mastino ha raccontato la propria esperienza : “Ringrazio di quest’opportunità che mi è stata di visitare Koubanaou (Koubalan), perché ho potuto approfondire il concetto di cooperazione. Molto spesso si rischia di averne una visione fuorviata, se ci si limita al concetto di aiuto si rischia di avere una visione in cui qualcuno da una parte è in una posizione di superiorità materiale, se non morale, e dall’altra qualcuno si ritrova in una posizione di inferiorità o dipendenza. Quando si parla di cooperazione questa visione viene superata. La cooperazione fatta bene come quella di Koubalan va oltre la dicotomia tra ricco che aiuta e povero che riceve. Una cooperazione di questo tipo aiuta a capire come tutti siamo legati e come le condizioni difficili di una comunità si riversino sul resto del mondo inevitabilmente. Migliorando le condizioni di una parte del mondo si migliorano le condizioni dell’umanità intera.
Koubanaou è un posto bello, mi ha lasciato una così grande carica emotiva che ho voglia di tornarci. Ogni volta che Aronà (responsabile del KDES) ci ha parlato del progetto ha usato il noi, questo significa che non ci fosse più questo confine tra il noi e il loro, segno che la cooperazione lì ha davvero raggiunto il suo obiettivo: diventare superflua.” Anna Mastino ha poi raccontato le molte attività dal dispensario, alla scuola, alle risaie evidenziando emozioni, concretezza e i tratti antropologici che ci accomunano.

A concludere l’incontro una rappresentazione teatrale di Paola Omodeo Zorini pensata con l’attore Giovanni Foresti. Una lettera di una donna che racconta alla nipote il suo ruolo faticoso di donna stretta tra la famiglia, i figli da allevare, un marito immigrato in Francia e l’enorme peso che si sobbarcava quotidianamente, fino ad arrivare a partire anche lei per la Francia verso la fabbrica. Una storia di confini da attraversare, di terre e fiumi abbandonati, di su e giù tra un sud ed un nord. Il testo della lettera che sembrava fino all’ultimo quello dell’immigrazione di un nucleo famigliare dell’Africa, si concludeva con sorpresa con la firma: la firma di una nonna piemontese emigrata in Francia. Uno struggente inno alla libertà della donna e uno specchio tra le immigrazioni di un tempo e attuali.