Coronavirus: a Nizza il punto della situazione e i consigli della dottoressa Giulia Stella

Nessun contagiato e nessun sorvegliato speciale. Al momento l’emergenza coronavirus non ha sfiorato la città di Nizza, che però segue con la dovuta apprensione le notizie diffuse a livello nazionale e in particolar modo quelle relative ai casi registrati ad Asti.

E proprio per fare il punto della situazione in Italia e per invitare la popolazione a non lasciarsi prendere da frettolosi allarmismi, nella conferenza stampa svoltasi questa mattina l’amministrazione comunale ha invitato come relatrice la dottoressa Giulia Stella, nicese di origine, ma in servizio presso l’ospedale “San Matteo” di Pavia, che negli scorsi giorni è rimasta in stretto contatto con il sindaco e con la giunta per dispensare preziosi consigli e linee generali di comportamento.

“È un’emergenza a cui dobbiamo approcciarci con nervi saldi e razionalità” spiega la dottoressa. “Nelle condizioni attuali sappiamo ancora troppo poco sul virus, tanto che i dati in nostro possesso sono provvisori e parziali. Quel che è certo, comunque, è che si tratta di un virus i cui sintomi sono pressoché simili a quelli influenzali, ma che a differenza dell’influenza possono, in casi particolari, evolversi e peggiorare rapidamente: nel 10% degli infetti lo stadio successivo alla malattia è la polmonite, mentre nel 3-5% dei casi si rende necessario il supporto di ventilazione”.

Le misure pratiche per ridurre la possibilità di contagio, fortunatamente, esistono e sono semplici da adottare. “Il suggerimento più importante che mi sento di dare consiste nel pulire frequentemente gli ambienti di casa e nell’igienizzare spesso le mani, soprattutto dopo essere rientrati a casa” prosegue Stella, che invece consiglia di usare le mascherine solo quando strettamente necessario: “Devono essere utilizzate da chi condivide un ambiente comune con un quarantenato; se indossata dall’infetto e da una persona sana, il rischio di ammalarsi per quest’ultima si riduce del 90%. In tutti gli altri casi non serve a nulla”.

Altre precauzioni utili possono essere quella di evitare grandi assembramenti e luoghi affollati e quella di sottoporsi al test del tampone solo se in presenza di sospetti fondati: “È pensato principalmente per chi ha avuto contatti certi con persone o ambienti infetti. Può inoltre verificarsi la possibilità che un tampone prima negativo poi si positivizzi e per questo occorre tenere sotto controllo il quadro clinico costantemente” chiosa la dottoressa.