Confartigianato Piemonte: esportazioni soddisfacenti, fiducia nei mercati esteri

"Bene l’agroalimentare ma occorre che l’Europa tuteli appieno tutti i prodotti degli Stati Membri"

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L’export delle micro, piccole e medie imprese del Piemonte è soddisfacente e in crescita. Con un giro d’affari di 9.024 milioni di euro e una crescita del 3,7% (nei primi 9 mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018), le MPI del Piemonte confermano un trend positivo già registrato nei mesi precedenti, piazzandosi al settimo posto per crescita, nella classifica nazionale delle vendite all’estero, guidata da Toscana e Molise.

E’ questo, in breve, ciò che emerge dal dossier elaborato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte che, su fonte Istat, ha analizzato le esportazioni del Made in Piemonte nei primi 9 mesi del 2019 e raffrontate con lo stesso periodo del 2018.

Incoraggianti i dati delle province: Torino è cresciuta del 1,3% registrando 1.950,7 milioni di euro di export, Novara (con un controvalore di 1.021,9 milioni) del 14,8%, Alessandria (2.010,8 milioni) del 4,5%, Cuneo (1.660,9 milioni) del 5,2%, Vercelli (891,8 milioni) del 6,7%, Asti (249,4 milioni) del 2,3%, mentre è calata Biella con -4,8% con 1.129,3 milioni di euro venduti all’estero e infine Verbano- Cusio – Ossola con -9,0% e 109,5 milioni di euro.

“I dati della crescita dell’export delle micro, piccole e medie imprese del Piemonte, +3,7% rispetto al 2018 – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – la dicono lunga sul costante lavoro di sensibilizzazione nei confronti delle nostre imprese, per portare avanti un cambio di mentalità e di prospettiva. L’impegno dei nostri artigiani e il supporto della Regione sull’internazionalizzazione per il miglioramento della qualità dei prodotti e per l’apprendimento di nuove tecniche di vendita e di conoscenza dei mercati esteri, sta dando i suoi frutti”.

“Inoltre, crescono in modo sempre più importante le imprese che partecipano alle iniziative sull’export – continua Felici – e quindi è da apprezzare lo sforzo che si sta facendo anche sul fronte della formazione. Perché per affacciarsi sui mercati esteri, infatti, occorrono competenze e conoscenze che non tutte le realtà hanno”.

Confartigianato Imprese Piemonte però non manca di ricordare la condizione cui sono già sottoposte le imprese del Piemonte, e del resto dell’Europa, con i dazi USA.

“Rilevazioni nazionali sul mercato americano negli ultimi 3 mesi del 2019 – precisa il presidente Felici – hanno già registrato un calo degli acquisti del 10,5% relativi a formaggi, insaccati, agrumi, succhi di frutta e molluschi. Ovviamente attendiamo di avere dati concreti anche sul Piemonte per capirne di più anche se la preoccupazione per il commercio estero delle nostre imprese è molto alta. Seguiamo con attenzione gli eventuali contraccolpi dovuti alla Brexit e in generale la preoccupazione è dovuta alla mancanza di una reale politica europea di tutela dei nostri prodotti, anzi è piuttosto evidente che tra semafori e direttive varie si punti a penalizzarli. A ciò si aggiunge l’incognita derivante dalla frenata dell’economia cinese a seguito dell’emergenza sanitaria globale dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’epidemia da coronavirus”.

Confartigianato Imprese, per compensare il calo di vendite negli Stati Uniti, pochi mesi fa sollecitò interventi, anche temporanei, di sostegno economico alle imprese e programmi di promozione commerciale per favorire la penetrazione delle piccole imprese in nuovi mercati alternativi, soprattutto con produzioni a marchio DOP ed IGP. Inoltre, per contrastare il rischio di un’invasione in Italia di prodotti Usa “italian sounding”, chiese di diffondere la tracciabilità dei prodotti e di promuovere campagne di informazione per rendere riconoscibile ai consumatori la qualità dei prodotti alimentari Made in Italy e made in Piemonte.

“In ogni caso, le attività per il prossimo futuro, sia formativo, sia sull’internazionalizzazione – conclude Felici – troveranno sempre più l’interesse da parte dei nostri artigiani. Proiettarsi verso i mercati esteri e riuscire a posizionarsi in un quadro di competitività sempre più globalizzata è una necessità per le imprese che vogliono sopravvivere e rimanere in salute”.

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