Calde sciarpe, copertine e cuffie per i nati prematuri: primi passi verso la collaborazione tra Mani di mamma e Dono del volo

Non solo sciarpe: quel “filo di lana”, frutto di donazioni da parte di persone sensibili ai progetti di “economia circolare” e “riuso” offerte ai volontari del Dono del volo, si è trasformato anche in altro, con un nodo dietro l’altro a formare un principio di rete con la quale avvolgere tutte le persone in difficoltà non soltanto economica.

Questa è stata l’idea dell’assessora alla Politiche sociali del comune di Asti Mariangela Cotto nell’introdurre, oggi, giovedì 20 febbraio, un primo incontro tra i rappresentati dell’associazione astigiana: le signore Giusi Gobello, Paola Imarisio e Saveria Ciprotti con Laura Nani, accompagnata da Daniela Canepa e Maria Labruna, già fondatrice ed ora rappresentante di “Mani di mamma”. É questa un’associazione che trae la sua prima origine da iniziative avviate a Reggio Emilia oltre dieci anni or sono ed ora presente in più di trenta città della Penisola da cui è scaturita un’eco con risonanza intercontinentale.

Capitò un giorno che, per errore, una mamma realizzasse una sciarpina di dimensioni troppo ridotte. Che fare: “gettala?” no, il materiale era ottimo, “rifarla?” forse, ma il disegno era bello. Allora perché non cercare un suo possibile utilizzo anche al di fuori degli schemi più tradizionali per tale tipologia di indumenti? Ecco allora venire in mente la necessità per i nati prematuri di conservare il calore non essendo il loro sistema di termoregolazione ancora efficiente; il manufatto fu proposto ad un reparto ospedaliero di neonatalità. L’idea, oltre ad essere bella di per sé stessa e piacere ad un gruppo di amiche, si dimostrò utile coinvolgendo un sempre maggior numero di persone; queste si costituirono in associazione che cominciò a mietere proseliti bel oltre la cerchia delle conoscenze in cui era scaturita aumentando oltre al numero delle “maglieriste” volontarie, anche la rosa di proposte e modalità di intervento. Unici vincoli: che le realizzazioni fossero tutte e sempre prodotti artigianali realizzati con materiale di alta qualità essendo il rischio di allergie molto alto in quella categoria di piccoli pazienti.

Così la sciarpina divenne anche coperta, poi evolutasi, richiudendosi su tre lati, un originale “sacconanna” e trasformatasi anche in originali calzettoni e copricapo perché è proprio alle estremità che si verifica una significativa dispersione termica. Al berrettino si aggiunse una visiera che gli valse il soprannome non ufficiale di “Jova” perché simile a quello indossato da un noto cantautore; ciò non per vanità ma per offrire un ulteriore protezione abbassando la medesima sugli occhi di quei bimbi necessitanti di un ambiente con atmosfera iperossigenata senza dubbio tanto terapeutica per altre necessità quanto nefasta per gli organi della vista.

Con “Close to you” le “Mani di mamma” son arrivate ad accarezzare i bimbi del Canada dove il progetto è stato presentato nel corso di un convegno. Esso prevede la realizzazione di lunga sciarpa con cui avvolgere prima il corpo della mamma e poi quello del neonato, il cui olfatto è assai più sensibile di quello di un adulto, per trasmettergli un senso di continuità che attenui il senso pur non cosciente di abbandono necessario per poter attuare particolari terapie che impongo il ricovero del piccolo in una culla termocontrollata.
Tutte queste attività approderanno presto anche ad Asti grazie alla collaborazione che si sta formando tra il “Dono del volo” che vuol già con il nome donare ali al volontariato e le Mani di mamma.

Nella foto: Maria La Bruna, Saveria Ciprotti, Paola Imarisio, Mariangela Cotto, Giusy Gobello, Laura Nani e Daniela Canepa.