Angela Motta interviene sulla questione Asp

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Riceviamo e pubblichiamo.


Negli ultimi consigli comunali in cui si è discusso di ASP, avevo fatto alcune proposte per cercare di superare una fase delicata caratterizzata da litigi tra il Comune e i suoi amministratori nominati nel cda e con i soci privati di Nos con cui pendono numerosi ricorsi al Tar.

Non era mai successo che ci fossero cause tra soci, questa situazione espone il Comune a danni diretti per eventuali costi da risarcire e indiretti perché le società che litigano prima si paralizzano, poi perdono efficienza e competitività.
Ero e oggi sono ancor più preoccupata che possa disperdersi un patrimonio per la città e che il lavoro di quasi 400 famiglie, più l’indotto, possa essere messo in crisi.

Tutte le amministrazioni che si sono succedute, di diversi colori politici, hanno sempre avuto rapporti dialettici con i soci privati e mai si è arrivati ad un continuo braccio di ferro che non fa che indebolire l’azienda.

Nel periodo da giugno 2012 a giugno 2017 la gestione di Asp e delle altre società partecipate è stata virtuosa.

Gli utili sono cresciuti ogni anno a fronte di una costante riduzione dei costi dei servizi acquistati dal Comune da ASP.
Due anni fa a fronte della rinuncia dell’attuale amministrazione di portare avanti il servizio di teleriscaldamento, abbiamo affrontato la proposta di dismissione della società Asti Energia e Calore a cui rimaneva solo il contratto per l’illuminazione pubblica.

In quella seduta di consiglio comunale, per superare l’impasse tra Comune e Asp, proposi un’ipotesi di riassorbimento di AEC in Asp finalizzata ad eliminare una sub-partecipata che non aveva più ragione di esistere e che avrebbe permesso di compensare debiti e crediti e di ritornare a dialogare tra soci, discutere e firmare i nuovi contratti di servizio.

In quella seduta di consiglio invece l’amministrazione comunale scelse di non decidere in attesa di un pronunciamento di Anac.

Oggi Anac in una logica di tutela della libera concorrenza e del mercato dice che è preferibile mettere sempre a gara i servizi e non considerare affidati alla società mista Asp quelli rispetto ai quali sia sorto il dubbio in merito al loro inserimento nella gara a doppio oggetto.

A seguito del parere Anac c’è la necessità di valutare la durata degli affidamenti in essere ad Asp che nel 2001 non era prevista a fronte della scadenza naturale della società fissata dallo statuto nel 2060.
Formalizzando la revoca dell’affidamento del servizio di Teleriscaldamento occorre rideterminare la nuova data finale degli affidamenti e della permanenza del socio privato in Asp.

Una possibilità da me prospettata in consiglio comunale è quella di ricalcolare il termine contemplando il servizio di illuminazione pubblica per la parte non ancora attivata, o se si preferisce non considerare questo servizio per i rilievi sulle modalità di affidamento simili a quelli del TLC, conteggiare l’attuale durata della gestione del Servizio Idrico integrato, prevenendo sostanzialmente a una data simile a quella attualmente prevista, cioè al 2026.

L’amministrazione affermando il criterio della scadenza al 31 12 2019, doveva avere ben presenti i rischi di un possibile contenzioso con i soci di minoranza, delle ricadute pratiche ed economiche sull’azienda e soprattutto avere un progetto alternativo volto a tutelare il livello occupazionale di ASP e la qualità dei servizi offerti.

Questa strada doveva essere affrontata informando la cittadinanza, i lavoratori, i sindacati e soprattutto tentando di non compromettere con i contenziosi il potenziale dell’azienda.

L’altra grande preoccupazione emersa a cui non è stata data nessuna risposta è quanto contemplato nei patti parasociali nel caso in cui i soci non rinnovino gli stessi nei tempi stabiliti che comporterebbe la possibilità di richiedere da parte del socio privato la distribuzione di tutte le riserve esistenti.

In conclusione l’amministrazione non ha una chiara strategia di uscita da questa vicenda se non a colpi di ricorsi, di relazioni e di memorie, che rischiano di creare contenziosi, risarcimento danni, meno utili, meno investimenti e meno valore della società partecipata Asp, oltre non dare servizi alla città che si ritrova le frazioni senza luci a led e con impianti obsoleti, con punti luce non sufficienti in molte zone del centro a cominciare da piazza Alfieri e nei parchi.

Senza investimenti per il nuovo sistema di raccolta rifiuti e per il trasporto pubblico.

Angela Motta

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