Amianto: Piemonte fanalino di coda nella classifica delle assegnazioni dei fondi statali per le bonifiche degli edifici pubblici

Alla Regione mancano 14 milioni di euro già stanziati dallo Stato e mai arrivati, per proseguire le opere di bonifica dell’amiantifera di Balangero. Rischiano così di fermarsi i lavori di messa in sicurezza della cava, un tempo la più grande d’Europa.

A lanciare l’allarme è l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati, dopo una ricognizione con gli uffici sullo stato di avanzamento delle bonifiche in Piemonte. Ma se a Balangero i lavori rischiano di fermarsi, è anche peggiore la situazione finanziaria prospettata dal piano nazionale di bonifica dall’amianto degli edifici pubblici pubblicato nei giorni scorsi dal governo, che registra il Piemonte fanalino di coda con 1,1 milioni assegnati su 358 milioni complessivi.

“Il Piemonte – sottolinea l’assessore – non è una regione di serie B e anzi è quella che in Italia fa registrare il più alto numero di morti causati da mesoteliomi, i tumori associati all’inalazione di fibre di amianto. I numeri parlano di 1 morto alla settimana. È ormai chiara dunque l’intenzione da parte del governo Pd-Movimento 5 Stelle di abbandonare la Regione nella lotta contro l’amianto”.

In Piemonte ci sono ben 5 siti contaminati classificati di interesse nazionale: Balangero, Cengio, Casale Monferrato, Serravalle, Pieve Vergonte. Pertanto rimarca l’assessore “appare insensata l’assegnazione di 1 solo milione per la bonifica dall’amianto, oltre ai 14 che non vengono assegnati dal 2015 nonostante le decine di sollecitazioni da parte degli uffici. Nonostante l’attuale governo abbia deciso di abbandonare totalmente il Piemonte, l’assessorato ha stanziato con fondi regionali 1,2 milioni per 3 anni”.

L’assessore chiederà l’intervento di tutti i parlamentari piemontesi per chiedere al governo la revisione della ripartizione e l’immediata assegnazione dei 14 milioni su Balangero.