La Cia di Asti affronta il 2020 con un progetto organico di interventi: sulle colline la “Resistenza” degli agricoltori

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Con un organico, dirigenziale e tecnico, ampiamente rinnovato nel corso del 2019, la Cia di Asti ha messo a punto per il 2020 un progetto organico di interventi a servizio dei propri associati, ma anche di tutti gli abitanti del territorio, che prende il nome di “Sulle colline la Resistenza” a segnalare, a 75 anni dalla liberazione del nostro paese dalla dittatura grazie alla Resistenza armata, come un altro tipo di Resistenza, sicuramente più pacifica ma non meno importante, si manifesti sulle nostre colline. E’ quella degli agricoltori che resistono per l’appunto, malgrado tutto, a lavorare e produrre in Monferrato ed in Langa.

“Si tratta, in concreto, di un’attività, quella degli agricoltori – afferma il direttore provinciale di Cia Asti, Marco Pippione – che da anni ormai, resiste al dilagare delle virosi della vite come Flavescenza dorata e Mal dell’Esca, alla marginalità delle campagne dai cui centri di riferimento spariscono man mano gli uffici postali, talvolta anche quelli bancari, allo stato delle strade in continuo peggioramento, al sempre più allarmante rischio di spopolamento, alla scarsa presenza di presidi sanitari, agli effetti, sovente incontrollabili, dei mutamenti climatici e, tanto per non farci mancare nulla, alla sempre più pericolosa e dannosa presenza di fauna selvatica”.

A fronte di tale situazione che non manca, in taluni casi, di aspetti davvero drammatici, la Cia di Asti ha deciso di impegnarsi nei prossimi mesi per sopperire, nel limite delle proprie risorse, umane ed economiche, al vuoto sempre più preoccupante di progettualità e di interventi della cosiddetta “mano pubblica” e di diventare perciò un punto di riferimento sempre più affidabile per dare risposte concrete ai bisogni di maggior peso che quotidanamente vengono espressi dalle aziende agricole, ma anche da tutti i cittadini.

“Se alcune zone rurali perdono servizi, altre ne acquistano – afferma il presidente provinciale Cia, Alessandro Durando – grazie alla Confederazione. Sparisce la banca, chiude la scuola, ma la Cia c’è, come a Monastero Bormida e Roccaverano, a Montiglio Monferrato e Moncalvo. La Casa dell’Agricoltore, aperta due anni or sono all’Opessina di Castelnuovo Calcea, sta diventando un punto di riferimento fondamentale per chi opera nelle campagne del sud Astigiano. Imprese e cittadini hanno a disposizione una serie di servizi e attività per agricoltori e residenti che vanno dalla consulenza tecnica e fiscale, alla previdenza, pratiche di assunzioni, formazione, sicurezza alimentare, successioni e Patronato”.

Ma il programma 2020 della Cia astigiana non è solo questo in quanto, oltre all’Info point turistico che si aprirà nella sede di Opessina nelle prossime settimane a servizio delle aziende agricole da una parte e dei visitatori dall’altra, è in programma la creazione di percorsi turistici, in collaborazione con il Consorzio “Piemonte da scoprire” con soste di conoscenza nelle aziende associate e la promozione della vendita diretta dei prodotti agroalimentari comunque disponibili anche in alcune sedi Cia in uno specifico “Paniere”.
Sotto il profilo più squisitamente professionale e sindacale, si stanno avviando forme di collaborazione con alcuni importanti enti di ricerca al fine di individuare soluzioni sostenibili e innovative ai molti problemi di carattere igienico e sanitario di cui soffrono molte colture agricole. D’altra parte si è già aperto il confronto con altre organizzazioni produttive astigiane alla ricerca di dare vita a strategie di sviluppo condivise.

Sotto il profilo dei servizi agli associati è invece da segnalare che, oltre alle consulenze su temi specifici della categoria, si è ampliato il numero delle convenzioni con enti di fisioterapia, distribuzione di energia, visite mediche, ecc. attraverso la stipula di condizioni di servizio agevolate. A questo riguardo si è intensificata la collaborazione con Unipol Sai Assicurazioni attivando sinergie di lavoro in sedi di zona e recapiti.

“In sostanza – afferma ancora il presidente provinciale e vicepresidente regionale Durando – l’obiettivo di Cia Asti è quello di costruire una rete che abbia al centro l’agricoltura per il rilancio dell’economia sviluppando i temi contenuti nel progetto nazionale ‘”Il Paese che vogliamo’” dove agricoltura significa non solo produzione ma anche salvaguardia dei territori contro il dissesto idrogeologico, un ruolo doppio che gli agricoltori assolvono da tempo e per cui sono tuttora disponibili a dare il loro contributo lungo un percorso di lavoro innovativo verso forme di sviluppo rurale sostenibile”.

Un percorso complessivo indubbiamente ambizioso che la Cia di Asti intende seguire avvalendosi della prestigiosa collaborazione di un gruppo di “saggi” composto dai personaggi che negli anni sono stati insigniti dell’Agrestino.

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