“Grazie a qualche aereo a rischio il mondo del vino”

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Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di Davide Palazzetti.


Mancano una decina di giorni alla possibile conferma, la deadline è il prossimo 13 gennaio, di un forte aumento dei dazi sui vini UE esportati negli Stati Uniti: dall’attuale 25%, e neppure su tutto, al 100%.

Tutto nasce o ha avuto ottimo spunto per nascere, dalla autorizzazione del Wto di nuovi dazi su prodotti europei per 7,5 miliardi di dollari a compensare gli aiuti illeciti al consorzio aeronautico Airbus. Le conseguenze sarebbero pesantissime per tutto il comparto vitivinicolo, appurato che quel mercato vale, solo per i vini italiani, un paio di miliardi.

Anche nell’Astigiano sarebbe pesante, con i fatturati del settore che dipendono fortemente dalla quota export, 85% per Asti e Moscato d’Asti, 60% per la Barbera d’Asti, di cui un terzo negli Stati Uniti.

In America è da settimane un susseguirsi, su grandi media e testate di settore, di campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica per evitare o far ripensare la nuova tassazione, da noi si è optato per non parlarne proprio. Ne avevate letto qualcosa? Io probabilmente ero distratto e me li sono persi!

Per completezza è bene ricordare che Airbus, secondo il Wto, ha ricevuto quasi 22 miliardi di dollari in sussidi illeciti per la costruzione di aeromobili da parte di Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. Due altre sentenze sono però attese nei prossimi mesi, riguardano i sussidi americani a Boeing. Facilmente avranno lo stesso risultato, USA E UE compenseranno i diritti daziali e tutto tornerà come prima. Fino a quel momento, mesi, si può solo sperare, pregare.

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