Confartigianato Imprese Piemonte: “Economia: elevata pressione fiscale e bassa crescita”

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha predisposto il compendio dei dati di fine anno riguardanti gli elementi salienti dell’andamento del comparto artigiano in Piemonte.

Le indagini trimestrali congiunturali realizzate dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte nel 2019 sono improntate al pessimismo per la prima metà dell’anno, con un parziale recupero di fiducia per il terzo e specialmente per il quarto trimestre, nonostante le difficoltà e le incognite derivanti dall’andamento economico e politico interno ed internazionale.

“Dobbiamo purtroppo constatare – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte– che le pubbliche amministrazioni continuano a pagare con grande ritardo le imprese, che invece devono rispettare i tempi di pagamento per evitare difficoltà che talvolta possono portare alla chiusura. Infatti i tempi medi di pagamento degli enti pubblici alle imprese che realizzano i lavori continuano ad essere mediamente superiori ai 60 giorni, limite imposto dalla direttiva europea”.

Per quanto riguarda il credito, perdura il calo dei prestiti alle imprese, in modo particolare per le micro e piccole, nonostante i bassi tassi d’interesse ed il miglioramento della qualità del credito.

Da giugno 2018 a giugno 2019 si evidenzia una flessione dei prestiti alle piccole imprese in tutte le regioni, con cali dal -0,4% (per il Lazio) al – 4,9% (per il Friuli). Per il Piemonte la flessione si attesta al -2,6%, leggermente al di sotto della media nazionale pari al -2,7%.

“Il credito alle imprese artigiane –osserva Felici– sta diventando teorico. I meccanismi sovranazionali di erogazione, cui devono sottostare gli istituti, sembrano studiati ad hoc per escludere un’ampia platea di operatori dall’erogazione dei finanziamenti”.

In base all’ultima rilevazione dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte gli apprendisti, rispetto ai 28.150 del 2018, a dicembre 2019 salgono a 30.515, confermando l’interesse delle imprese nei confronti dell’istituto dell’apprendistato.

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte, al 1° luglio 2019 le imprese artigiane piemontesi ammontavano a 117.491; l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte prevede che nel primo semestre dell’anno 2020 si verificherà un calo pari a 396 unità produttive, riducendosi così a 117.095 (la riduzione più consistente, in valore assoluto, riguarda la provincia di Torino che si posiziona sulle 60.040 imprese, con una diminuzione pari a 229 unità produttive).

Al 1° luglio 2019 l’occupazione nell’artigianato in Piemonte si attestava sui 240.986 occupati, di cui 131.724 autonomi e 109.262 dipendenti (nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533, con una perdita nel periodo considerato di 72.567 occupati, pari al 23%).

Gli ultimi dati ISTAT relativi al bilancio pubblico – commenta Felici –confermano il fatto che l’assurda imposizione fiscale si accompagna alla recessione. La pressione fiscale si mantiene al 42,1% del PIL nel 2019 e si prevede per il 2020 un ulteriore aumento del carico fiscale pari al 42,4% del PIL. Tale valore è superiore di un punto percentuale rispetto alla media dell’Eurozona ed equivale a 17,3 miliardi di euro di maggior prelievo fiscale. Il problema vero che genera costi e tasse occulte è la burocrazia fiscale”. Secondo l’ultima rilevazione della Banca Mondiale l’Italia è al 128° posto nel mondo per il pagamento delle imposte, con l’impiego di ben 238 ore annue necessarie per effettuare il pagamento delle tasse, contro le sole 159 ore della media OCSE.

“In tale contesto – conclude Felici – la legge di bilancio ha delineato una prospettiva di politica fiscale distruttiva delle imprese, in particolare quelle piccole che sono la maggior parte. Il Sistema Italia non può più tollerare politiche devolutive e recessioniste, attuate per interessi che non si comprende dove risiedano, accompagnate per di più da una pletora di norme atte unicamente al prosperare dei burocrati”.