Coldiretti Piemonte: bene i controlli dell’Asl e dell’Istituto Zooprofilattico sulla carne di cinghiale

Desta preoccupazione il caso di Trichinellosi che si è verificato in Val di Susa dove alcuni cacciatori e loro familiari, dopo il consumo di carne di cinghiale hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso di Susa e dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino specializzato nelle malattie infettive.

Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale dichiarano: ”Per prevenire queste situazioni portate dal consumo di carne di cinghiale è necessario che tutti i capi di questi ungulati destinati alla alimentazione umana vengano sottoposti alle verifiche sanitarie necessarie, come avviene normalmente nel circuito di commercializzazione legale (allevamento e piani di controllo numerico)”.

“Questo caso” – aggiungono sempre Rivarossa e Moncalvo – “preoccupa per più fattori perché oltre alla eccessiva e incontrollata presenza di cinghiali e altri selvatici sul territorio che oltre a devastare le coltivazioni agricole provocano numerosi incidenti stradali, si aggiunge il grave rischio sanitario proprio derivante da malattie come quella riscontrata in Val di Susa oltre alla possibilità di una commercializzazione fiscalmente non tracciata che si aggiungerebbe alle problematiche già esistenti”.

“Molto importante è stato il lavoro dei veterinari, del Servizio di Igiene per gli alimenti dell’Asl e dell’Istituto Zooprofilattico do Torino” – concludono Moncalvo e Rivarossa – “che da subito hanno svolto gli accertamenti sulle persone coinvolte, il sequestro immediato della carne di cinghiale e gli esami sulla stessa”.