Autocertificazione, a cosa serve e quali tipologie esistono

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Da diversi anni in Italia è possibile rivolgersi alla cosiddetta autocertificazione, ovvero la possibilità di presentare una dichiarazione in grado di sostituire i certificati un tempo previsti per ottenere un permesso o un documento dalla Pubblica amministrazione.
Si tratta di una risposta alle esigenze di semplificazione che però non è ancora molto utilizzata dai cittadini, anche perché una parte di loro non ne conosce le potenzialità e i modi per poter esercitare tale prerogativa, senza dover temere errori.

Autocertificazione: cos’è e a cosa serve

L’autocertificazione è la possibilità di fornire alla Pubblica amministrazione ed ai privati una dichiarazione resa e firmata da un cittadino tale da andare a sostituire alcune certificazioni amministrative. Proprio per questo motivo è anche indicata come «dichiarazione sostitutiva». In tal modo è possibile evitare perdite di tempo legate ad una burocrazia asfissiante, soprattutto nel caso in cui si decida di fare l’autocertificazione online.
Ed è proprio la legge a stabilire che gli uffici pubblici sono obbligati ad accettarla per le pratiche previste. Ove non lo facessero incapperebbero nella violazione dei doveri d’ufficio. Mentre nel caso dei privati l’accettazione o meno di tale modus operandi resta del tutto discrezionale.
Nel caso l’autocertificazione riporti il vero va a sostituire in tutto e per tutto il certificato o l’atto richiesto, mentre nel caso contrario comporta la perdita del beneficio ad esso collegato. Per completarlo basta un documento di identità valido, mentre la firma dell’interessato non deve essere autenticata obbligatoriamente.

Che cosa si può certificare?

L’autocertificazione non può sostituire tutti i tipi di documenti richiesti dalla Pubblica amministrazione o da un privato, ma solo alcuni. Può ad esempio dichiarare la data ed il luogo di nascita, la residenza, il godimento dei diritti civili; c’è poi l’autocertificazione stato di famiglia tramite la quale un cittadino ha la possibilità di dichiarare quali sono le persone che vivono nella sua abitazione; ed ancora l’autocertificazione per appartenenza ad un albo professionale, titolo di studio conseguito, status di disoccupato, adempimento degli obblighi militari, situazione reddituale, mancanza di condanne penali o provvedimenti legati a sicurezza e prevenzione, non trovarsi in stato di liquidazione.

Chi può ricorrere all’autocertificazione?

Non tutti possono ricorrere all’autocertificazione. Possono farlo soltanto i cittadini italiani o dell’Unione europea, le pubbliche amministrazioni, le persone giuridiche, le società di persone, gli enti, le associazioni e i comitati aventi sede legale in Italia o in uno Stato membro dell’Unione Europea, i cittadini extracomunitari che siano in possesso di permesso di soggiorno in Italia, ma limitatamente ai dati e ai fatti che possono essere certificati dalla nostra Pubblica amministrazione o facenti parte di convenzioni tra il nostro Paese e quello d’origine.

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