Un avvento di fraternità con la Diocesi e la Caritas di Asti

Con l’avvicinarsi del Natale la Diocesi di Asti e la Caritas hanno presentato le loro iniziative per l’avvento di Fraternità sul tema “E venne abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14).

A introdurre il tema è stato il vescovo di Asti, Monsignor Marco Prastaro: “Iniziamo il tempo dell’Avvento: tempo di attesa, di preparazione e di accoglienza che ci porterà al Natale. Un tempo importante per riconoscere che il Signore viene ogni giorno a farci visita nella nostra vita. Un tempo per fare memoria della visita che Gesù ha fatto nella storia. Un tempo per riconoscere che Gesù verrà in pienezza alla fine dei tempi. Il disporre il cuore, il prepararsi, il vigilare sono alcuni degli atteggiamenti che ci vengono richiesti perché l’incontro si realizzi, perché l’accoglienza si attui. Come sempre tutto ciò non può realizzarsi nella fretta e nella distrazione, ma ha bisogno di tempo, di spazi di preghiera e di riflessione, di momenti di incontro e di condivisione con gli altri. Insomma di tutto ciò che ci può aiutare a focalizzare la nostra attenzione e a dirigere il nostro cuore verso il Signore.

Invito tutti voi, cari fratelli nella fede, a vivere con grande impegno spirituale queste 4 settimane perché il Signore passa proprio adesso e proprio qui, non perdiamo l’occasione. Mi rallegra il fatto che in tutte le parrocchie siano state programmate iniziative a riguardo.In questo tempo di avvento ciascuno diventi più attento anche a quel Gesù che passa nelle persone che incrociamo nella nostra vita, soprattutto in chi ha più bisogno ed è nella difficoltà. Il povero è la carne di Cristo! A questo riguardo, come chiesa Astigiana, attraverso la Caritas, lanciamo la campagna “venne ad abitare in mezzo a noi” che ci vuole richiamare alla serietà e all’impegno dell’accoglienza, che ci chiede gesti concreti di condivisione e accoglienza.
Allora mettiamoci in cammino, o meglio in operosa attesa, perché il Signore non si è stancato degli uomini e nel suo tenero amore continua a farci visita, a venire ad abitare in mezzo a noi” il pensiero del vescovo.

E’ stato poi Beppe Amico, il direttore della Caritas, a prendere la parola: “Nel corso del convegno Diocesano sull’impatto delle migrazioni nella vita della Chiesa di Asti il sociologo prof. Maurizio Ambrosini, fondando la sua relazione su dati oggettivi, ha smontato pezzo per pezzo tutto il castello costruito da mesi di disinformazione, di interessi di parte e di costruzione di odio e di paure, che ha fatto parlare di invasione soprattutto da parte di quel gruppo di migranti che sono i richiedenti asilo. In realtà l’84% di coloro che si spostano per chiedere asilo politico approdano in un Paese del cosiddetto Terzo Mondo mentre l’Unione Europea ne accoglie il 13%. Tuttavia nella percezione della gente i richiedenti asilo sono il caso dell’immigrazione più temuta: non sono richiesti, arrivano spontaneamente e chiedono assistenza”.

Per poi proseguire “I recenti bandi delle Prefetture per l’accoglienza dei richiedenti asilo sono frutto della politica che ha ispirato il decreto sicurezza. Le scelte compiute sono state quelle di ridurre drasticamente i rimborsi spese agli enti che si impegnano a gestire la prima accoglienza e soprattutto di modificare il modello: da accoglienza finalizzata all’integrazione ad accoglienza ferma all’attesa di un riscontro sul diritto a permanere legalmente nel nostro Paese. Un modello che favorisce economicamente l’accoglienza in grandi strutture piuttosto che in appartamenti e che si limita a garantire il soddisfacimento di alcuni dei bisogni primari. E’ chiesto infatti di fornire un servizio di assistenza generica alla persona garantendo fornitura di beni di prima necessità, servizi di mediazione linguistico-culturale, assistenza sociale, sanitaria e legale. Da tale modello sono esclusi l’insegnamento della lingua italiana ed ogni altra attività utile all’integrazione. Come dire: li accogliamo e mentre si attende l’esito della domanda di asilo politico li si mantiene. Se poi la domanda è negativa li si invita ad abbandonare il Paese e se invece è positiva li facciamo uscire dall’accoglienza senza dar loro gli strumenti necessari per potersi inserire ed integrare”.

La Caritas diocesana, attiva sul fronte dell’accoglienza richiedenti asilo sin dal 2011, anno dell’emergenza Nord Africa, ha fatto la scelta, nonostante i tagli, di continuare ad accogliere i richiedenti asilo che la Prefettura vorrà assegnare ma di non aderire al modello proposto: “Si è scelto di continuare ad accogliere per piccoli gruppi e in appartamenti e di erogare, con risorse proprie, tutti quei servizi indispensabili per accompagnare il migrante in un percorso di autonomia e di buon inserimento nella società. L’acquisizione della lingua italiana è il primo passo che un immigrato deve compiere se vuole immaginare di integrarsi ed è per questo che la scuola di italiano gestita dalla Caritas Diocesana è aperta ogni mattina. L’esperienza ha insegnato inoltre che i migranti inseriti in reti di relazioni amicali hanno più possibilità di integrarsi e di accedere ad un lavoro. I volontari che si dedicano a loro, oltre ad essere la loro famiglia qui, sono infatti un ottimo veicolo per agevolare l’incontro con opportunità lavorative e per costruire insieme una società più solidale, coesa e sicura. Infine l’investimento in corsi di formazione specifici per alcuni mestieri e soprattutto i tirocini formativi in azienda hanno consentito di festeggiare il raggiungimento dell’autonomia abitativa ed economica di molti migranti accolti. Accogliere è per un cristiano un gesto carico di significato. Con l’accoglienza si diventa custodi della vita di un altro, delle sue difficoltà e speranze ma perché il gesto sia completo è necessario l’accompagnamento verso l’autonomia. l’Avvento è tempo di attesa e di preparazione. E’ tempo per trasformare la paura in forza della carità e farci sentinelle per molti che hanno ceduto sotto il peso della desolazione che nasce nel trovare porte chiuse. E’ tempo per diventare protagonisti dell’ospitalità” prosegue Amico.

“Si chiede alle singole comunità un duplice sforzo: condividere per sostenere economicamente servizi finalizzati all’integrazione dei richiedenti asilo: le offerte raccolte in Avvento saranno destinate proprio a sostenere i corsi di formazione e i tirocini formativi in azienda necessari per una buona integrazione; impegnarsi direttamente nell’accoglienza, con attività di volontariato, a favore dei richiedenti asilo. A tal fine durante il tempo d’Avvento la Caritas diocesana si mette a disposizione delle comunità parrocchiali per incontri di riflessione, sensibilizzazione e formazione” conclude il direttore della Caritas.

Lunedì 16 dicembre alle ore 21.00 tutti i cristiani impegnati nel settore della carità sono invitati a partecipare ad un incontro di preghiera al Santuario della Madonna del Portone. Don Igor Sciolla condurrà una meditazione sulla relazione con i più poveri alla luce di un brano della Parola di Dio.

Una bancarella con i prodotti preparati nel Centro diurno per senza dimora Il Samaritano sarà itinerante in città per sensibilizzare sull’importanza di non essere indifferenti a chi vive in povertà assoluta e per raccogliere offerte. L’itinerario è il seguente: Domenica 15 dicembre Don Bosco – Domenica 22 dicembre: San Pietro.

Il giorno di Natale, come gli anni scorsi, i senza dimora che frequentano il centro diurno Il Samaritano saranno invitati a pranzo nella parrocchia di Santa Caterina.